LA CRISI ARRIVA DAL BRIC (Brasile, india, Cina, Russia)
Il mondo ha vissuto mesi sotto l'incubo dei subprime. Bernanke, la BCE e la Boe hanno lavorato giorno e notte per salvare le banche dal fallimento totale.
Alla finanza creativa delle banche commerciali e d'affari si è sostituita la finanza creativa della FED, tutta basata sulla immissione di liquidità.
Il mondo si è salvato. Per 45 giorni tutto sembrava ritornato alla normalità. I CEO delle banche d'affari sprizzavano ottimismo da tutti i pori. Paulson (ex Goldman) e Bernanke giuravano che la crisi a giugno sarebbe finita e che la crescita poteva continuare.
I mercati azionari hanno fatto rally...le paure? tutte svanite. Media e analisti hanno fatto di tutto per far ritornare la fiducia sui mercati.
Le banche hanno raccolto circa 400 miliardi di euro in pochi mesi fra aumenti di capitale ed emissione di obbligazioni.
Il costo di queste emissioni è stato elevato sia in termini di diluizione degli utili sia in termini di tassi d'interesse alti da pagare sul debito.
Ma a questi aspetti il mercato non ha guardato.
Tutti si sono soffermati sugli utili in crescita della corporate america (guidati dalla Sola esportazione), dai buoni dati tedeschi (sempre guidati dalla sola esportazione) e dalla crescita continua dei paesi emergenti (che hanno permesso ai Paesi USA ed Europei di esportare).
Tutto bene quindi....
NO! tutto male...
Il prezzo da pagare del salvataggio del sistema finanziario occidentale è sotto gli occhi di tutti e si chiama inflazione.
Un eccesso d'inflazione causato dall'abbbondanza di moneta e dalla scarsità di materie prime ed energia.
I prezzi di petrolio e frumento sono i due simboli di tale situazione.
Il mondo è attualmente diviso in due grandi gruppi di paesi:
- Paesi ad altissima crescita (Brasile, Russia, Arabia, India, Cina e Asia in generale). In questi paesi l'inflazione ha raggiunto livelli inaccettabilmente alti e mette sotto pressione i governanti.
In Brasile l'economia è surriscaldata e il trade deficit fuori controllo. Si aspettano da un giorno al'altro misure governative per frenare tale crescita.
In Russia in settimana si è dichiarata guerra all'inflazione per i prossimi mesi. Per vincere la guerra dei prezzi si può solo ridurre la crescita.
In Indonesia si è alzato il prezzo della benzina alla pompa del 30% in un solo giorno. E' evidente che tale paese vedrà una notevole frenata della crescita nei prossimi mesi.
In molti paesi in forte crescita il prezzo di benzina e gasolio è stato tenuto artificiosamente basso dai governi, in modo da alimentare la crescita stessa.
Mentre in Europa l'accise sui carburanti uccide l'economia e tiene bassi i salari....in Asia è proprio il basso costo dei carburanti che aiuta la crescita e l'aumento dei salari stessi.
Questa pacchia sta terminando, specie ora che il petrolio ha raggiunto dei livelli insostenibili per i governi di quelle aeree.
E' quindi evidente che i paesi in forte crescita (quelli che stanno trainando la crescita del mondo intero) stanno per tirare il freno a a mano.
La frenata potrebbbe essere soft oppure molto decisa (il tutto dipenderà dalla velocità di crescita dell'inflazione e dai tempi di reazione dei singoli paesi alla crisi inflattiva). La popolazione, in quei paesi, si sta ribellando sempre più frequentemente. Reazioni sociali sempre più accentuate e violente spingono i governanti a politiche ridistributive del reddito e a rallentare il ciclo.
Ma se le economie in forte crescita rallenteranno chi subirà le conseguenze più gravi saranno proprio l'Europa e gli Stati uniti.
Coloro che hanno creato il mondo pieno di debiti e che hanno salvato i poteri forti e le banche dal fallimento non godranno a lungo del successo.
In Europa e Stati uniti le aziende fanno soldi grazie alle esportazioni. Il PIl cresce grazie alle esportazioni.
I consumi interni si contraggono ogni giorno di più.
I tassi d'interesse tendono a rialzarsi per adeguarsi all'inflazione.
I salari rimangono bassi (in quanto non ancora competitivi con i salari cinesi).
Il risparmio è negativo e il valore di case e attività finanziarie continua a calare mentre il prezzo dei beni di prima necessità continua a salire rapidamente.
Nei prossimi mesi assisteremo a un accentuato calo delle esportazioni (dovuto alla riduzione del tasso di crescita delle economie del BRIC).
I mercati azionari europei che hanno appena finito di digerire la crisi dei subprime SONO oggi convinti che le esportazioni continueranno a crescere. Non appena si renderanno conto di quello che sta accadendo si spaventeranno e saranno pronti per una forte discesa. L'Europa, con tassi d'interesse più alti sarà il continente più debole e la Germania il paese che soffrirà maggiormente (in quanto è il più grande esportatore d'Europa).
Tempi duri attendono gli ottimisti. Tempi duri per il mercato.
Mercato Libero consiglia ai propri clienti e lettori di non investire in azioni almeno fino alla prossima forte correzione.
Ma tutti i giorni lavoriamo alla ricerca del valore in aziende europee e americane.
E siamo pronti a comprare al momento opportuno.
mercatiliberi@gmail.com l'indirizzo di posta elettronica della consulenza indipendente.
LA CRISI ARRIVA DAL BRIC (Brasile, india, Cina, Russia)
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4 commenti:
Riassunto: ora non è il momento di acquistare immobili; non è il momento per le azioni e nemmeno per i btp. Stagflazione, aumento infinito del petrolio e dei generi alimentari..ecc. La bce, la fed e la boe hanno fatto di tutto per non fare fallire le banche. la soluzione migliore appare quella del cash..cash is king. Concordo..ma faccio una domanda di riserva: se al prossimo shock finanziario le banche dovessero fallire..che fine faranno i nostri depositi ivi contenuti?? Perchè, se salta il sistema finanziario americano...salta tutto.
ciao
Il sistema finanziario non lo fanno fallire. Lo abbiamo capito a marzo. Piuttosto fanno salire l'inflazione al 10%. Ma per le borse....è meglio stare alla larga per ora. La fine del tunnel è prevista più avanti.
Non mi preoccuperei del fallimento delle banche...anche perchè negli ultimi mesi, da buone formiche hanno fatto provvista (ai danni delle cicale, fondi d'investimento e piccoli risparmiatori) di cassa con aumenti di capitale e obbligazioni.
Noi di mercato libero siamo fra le formiche e oggi stiamo seduti sulla cassa depositata in una banca finanziata dalle cicale...
Siamo dentro una crisi petrolifera,la terza di sempre,dopo quella del 73/74 e quella del 79/82. Due crisi diverse: la prima con crescita bassa e tassi bassi, in cui i mercati persero il 50%del loro valore, la seconda con recessione,inflazione e tassi alle stelle in cui molti mercati salirono moltissimo,in quanto le azioni vennero considerate difensive contro l'inflazione. Perchè oggi dove c'è uno scenario simile alla seconda crisi non potrebbe succedere la stessa cosa dal momento che le azioni, escluse proprio quelle petrolifere,quotano già al 30/50/70%in meno di soltanto un anno fa quando vennero toccati i massimi?
Perchè l'inflazione di questa volta è negativa e le aziende non sono protette.
Le aziende proteggono solo quando riescono a ritrasmettere l'aumento dei prezzi ai consumatori finali. Qusta volta non riescono e in più tutte le asset class stanno scendendo, pur in presenza d'inflazione.
Senza contare che il mercato tedesco quota il 10% in più di soli 15 mesi fa...la discesa sarà molto più devastante.
Ma ci vorrebbe una bella chiaccherata per spiegarle la diverità cattiva di questa crisi.
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