LA BANCA SI INGRASSA (E NOI CHE POSSIAMO FARE?)
Ieri il listino di Milano, unico fra i principali listini europei a essere ancora sotto i livelli di inizio anno, è stato quello che ha fatto registrare la migliore performance. Le banche, di cui il nostro indice è colmo, stanno recuperando le pesanti perdite subite negli ultimi mesi.
Anche la stampa ci mette la sua: grande risalto del Sole24ore ieri sul sistema banche. Una lettera capolavoro di Profumo accompagnata da un articolo che dava tutti i numeri sull’esposizione verso i subprime, praticamente vicina allo zero, delle banche italiane.
Ma, come avete letto nel precedente articolo, la manna dei banchieri, in quest’ultimo scorcio d’anno si chiama sfruttamento dei correntisti! Raramente, nel recente passato si è visto un rialzo cosi’ imponente del costo del denaro senza che il tasso ufficiale salga, con i Bot che rendono meno di tre mesi fa e con i correntisti che non ricevono neppure un centesimo di tasso di interesse in piu’.
Alcuni lo chiamano premio al rischio. Io lo chiamo operazione di slealtà ai danni dei clienti. Pensate, ci sono persone che da anni e anni sono clienti di una banca, il rapporto oramai si basa sulla fiducia totale. E la banca cosa fa? Con un comunicato alza tutti i tassi debitori alla clientela e mantiene fissi quelli creditori. Le trimestrali prossime (ovvero quelle dell’ultimo quarter) a meno di un acuirsi improvviso della crisi, vedranno le banche fare utili molto cospicui.
Quando le banche agiscono in un mercato controllato e dove vige un semi cartello tacito (Lo stesso conto arancio offre rendimenti minori in Italia che in altri paesi europei...) per il correntista la vita è difficile.
Il correntista non ha alcun potere nei confronti della sua banca (un po' come subisce il peso della casta politica, o le disfunzioni della burocrazia statale ecc.)
La forza della banca (e in parte di tutte le grandi aziende) è di poter imporre le sue condizioni alla clientela. Piu' le banche hanno condizioni per il mercato simili (colluse) e piu' sono grandi e meno valore ha il singolo cliente.
Facciamo un'esempio. Se il sistema fosse composto da 100 banche e ognuna avesse 10 clienti, in un sistema di mercato libero e concorrenziale i profitti delle 100 banche tenderebbero a ridursi (vedi il famoso concetto della mano invisibile e del mercato perfetto).
Se un cliente si spostasse da un istituto a un altro, la sua scelta (rappresentando il 10% dei profitti della banca) sarebbe fondamentale per la sopravvivenza della banca stessa.
Solo la capacità di aumentare la propria efficienza (produttività), l'intelligenza di creare prodotti innovativi e la cortesia permetterebbero a una o piu' di queste banche di emergere. Le banche meno efficienti sparirebbero.
Nel sistema bancario italiano invece l'apertura di sportelli nuovi è regolamentata dalla Banca d'Italia (nel tentativo di permettere il mantenimento di posizioni dominanti/monopolistiche in alcune zone). Le banche principali sono due. E per finire l'insieme delle banche mantiene balzelli commissionali anticoncorrenziali.
Non sono ne l'innovazione dei prodotti ne la capacità di ridurre i costi (aumentando la produttività) i motori per lo spostamento di clienti da un istituto a un altro.
Il cliente è disincentivato a spostarsi in quanto non c'è un vantaggio reale a spostarsi da un istituto ad un altro.
Le banche infatti non si fanno concorrenza agguerrita perchè il singolo cliente che si sposta non è determinante per il profitto della banca in quanto rappresenta una parte infintesimale dei profitti.
Nel primo caso la banca ha 10 clienti e sono tutti fondamentali per la sua stessa esistenza. Nella nostra realtà le due banche principali hanno milioni di clienti (non collusi) il cui singolo peso è irrilevante.
A noi non ci resta che piangere. Un’idea l’avrei ma la sua realizzazione comporterebbe un gran lavoro di comunicazione. Avete presente chi è Deminor? E’ una società di consulenza che fra l’altro raccoglie le deleghe per partecipare alle assemblee di società quotate. La raccolta è spesso così importante che Deminor assume un peso rilevante in certe decisioni strategiche delle aziende.
Vi faccio un altro esempio, il gruppo di acquisto. Se andate a comprare un automobile riceverete un’offerta dal concessionario. Ma se ne dovete acquistare 100 andrete a trattare direttamente con la casa automobilistica e il prezzo sarà molto più conveniente.
Pensate cosa significherebbe la formazione di un grande gruppo d’acquisto.
Talmente grande da poter imporre condizioni veramente concorrenziali a un Istituto di credito. Un network potente, capace di negoziare con una banca (magari on line) delle condizioni estremamente migliorative rispetto alle attuali
In Italia ci sono 5 o 6 gruppi bancari rilevanti, bene, andiamo a contattare una banca fra la sesta e 10 posizione e offriamo loro 50.000 correntisti
nuovi in cambio di condizioni economiche vantaggiose (tasso di interesse legato automaticamente all'Euribor con uno spread bassissimo, no commissioni di mantenimento conto, costo per le operazioni ridotto al lumicino, zero costi per bancomat e carte di credito, commissioni per gli investimenti ridotte all'osso....sono solo alcune delle condizioni che si spunterebbero con facilità!)
Un esercito di persone che si prendono il gusto di andare a parlare con il direttore della loro vecchia banca chiedendo la rinegoziazione dei costi e dei tassi, e davanti a una risposta negativa richiedere l’immediata chiusura del rapporto!
La forza dirompente del gruppo di acquisto è una proposta seria capace di mettere in difficoltà l’intero banking system italiano!
Basterebbe che un trascinatore di masse come Grillo o un media che non è appoggiato dai poteri forti (come Libero) se ne facesse carico e i risultati sarebbero sorprendenti.
Magari i lettori del blog potrebbero bastare per creare un potente gruppo di acquisto. Ma non è cosi. Comunque voglio ringraziarvi. I lettori aumentano ogni giorno sempre più. La cosa mi fa piacere, anche perché il tempo da dedicare per scrivere un articolo non è poco. Spesso rubo qualche ora di sonno per potervi dare qualche spunto. Vedere che oramai siamo prossimi alle 900 persone al giorno che leggono gli articoli mi fa pensare che non sia tempo sprecato.
Comunque sia, se qualcuno avesse un’idea per coinvolgere una grande comunità (raggiungere almeno 150.000 famiglie) che provi ad opporsi allo strapotere delle banche creando un gruppo di acquisto a difesa dei consumatori e contro la vera casta italiana me lo faccia sapere. chissà che non ci si possa lavorare
LA BANCA SI INGRASSA (E NOI CHE POSSIAMO FARE?)
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4 commenti:
Basterebbe che un trascinatore di masse come Grillo o un media che non è appoggiato dai poteri forti ( come Libero ) se ne facesse carico e i risultati sarebbero sorprendenti.
Caro Paolo, sai bene che ti seguo sempre attraverso i tuoi PREZIOSI e UTILI articoli e che ti stimo molto..ma per una volta mi sento di contraddire FORTEMENTE un "piccolo" passagio di questo articolo, in quanto il giornale per cui lavori e che qui hai citato, "Libero", è forse quello che più viene "condizionato" dal potere..perchè?
IL FINANZIAMENTO PUBBLICO ALL'EDITORIA (che detto così sembra una sorta di donazione ad un'associazione onlus) è la fonte del controllo politico sull'informazione pubblica. Unico paese in Europa (e possiamo includere pure l'America) che "finanzia" i mass-media. Io la ,più che finanziamento, "TANGENTE LEGALIZZATA". E anche se non vi fosse alcuna pressione politica sul giornale citato, è ingiusto e poco "trasparente" che lo Stato "regali" questi soldi a delle "società" che potrebbere e possono cavarsela benissimo anche senza i Nostri Soldi Pubblici. Per non appartenere alla sfera dei qualunquisti, è doveroso che io citi qualche dato in modo da risultare più credibile.
Per inciso, LIBERO con cinque milioni e 371 mila euro, dieci miliardi di lire all’anno (dati che risalgono ad Aprile 2006) è il quotidiano che riceve più finanziamenti di tutti.
Sono certo, Paolo, che nessuno abbia mai interferito sugli articoli scritti da te, ma "pubblicizzare" LIBERO come un "media NON appoggiato dai poteri forti" è falso e ingannevole. Dire che LIBERO è un buon gioranle invece è sicuramente meglio (e questa affermazione mi trova d'accordo). Ma la gente deve sapere la verità, sapere che è anche il giornale che riceve più finanziamenti pubblici!
Stai svolgendo un'ottimo lavoro con il blog e continuerò a seguirti. Non sono una persona che piace la "polemica", tuttavia sono un sostenitore delle "discussioni" e delle "critiche costruttive".
Caro Davide, grazie per il tuo commento molto costruttivo e lascia che ti risponda in tutta franchezza.
- Innanzitutto, tengo a precisare che non lavoro per Libero, ma il quotidiano in questione, leggendo il mio blog, decide, con il mio consenso, la pubblicazione di alcuni articoli.
- Oscar Giannino, il direttore di Libero Mercato, è fino a prova contraria contro i poteri forti. Ti consiglio di andare sul sito internet di Decidere.net dove puoi trovare, in video, l'ultimo discorso di Giannino fatto in pubblico settimana scorsa. Mi piacerebbe una tua opinione al riguardo.
-Sul finanziamento al giornale....
qui è piu' difficile rispondere...
Ero al corrente di tali importi (anche Report come ben sai...). Difficilmente capisco come mai sono così elevati e la ratio che li giustifica. Quindi capisco il tuo discorso, tuttavia per me fa fede l'onesta intellettuale di Giannino, fino a prova contraria, ovviamente.
grazie ancora per il tuo intervento.
A proposito, ti ho linkato, apprezzo molto il tuo blog, anche io spesso vado a vederlo. Per chi non lo conosce ecco l'indirizzo:
http://www.davidetoffa.it/
Anzitutto mi scuso con i tuoi lettori per alcune imprecisioni dichiarate al mio precedente commento:
- il fatto che lavoravi per Libero, che come hai spiegato non è vero
- l'Italia non è l'unico paese a finanziare i quotidiani, ma vi è anche la Francia, che tuttavia finanzia solo le poche testate che non riescono "ad arrivare a fine mese", e per inciso la somma totale dei finanziamenti è al di sotto del 10% di quella italiana.
Per quanto riguarda Giannino, ammiro il suo lavoro ed è grazie a quelli come lui se possiamo portare ancora alcuni esempi di "etica nel lavoro". Non posso far altro che augurarmi che non venga messo nelle condizioni di non poter più svolgere l'ottimo lavoro fin qui esercitato, altrimenti sarebbe purtroppo confermato quanto ho detto in precedenza..
Ciò che invece deve far discutere, e destare preoccupazione, è il sistema stato-imposte-banche che ha come denominatore comune il POTERE e CONTROLLO. E' un vero peccato, e lo ha sottolineato anche Giannino, che in ITALIA non si torni a parlare di PRODUZIONE-LAVORO-BENESSERE, tutte parole che hanno contraddistinto in America il concetto base della vita di ogni uomo, la LIBERTA'..
Grande Davide....non siamo poi così in pochi a pensarla così! divulghiamo...divulghiamo
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