IL DILEMMA DELL'INVESTITORE
Ci sono molte verità che in questi mesi sono emerse dai mercati finanziari globali. Sono in molti che ogni giorno danno il loro importante contributo nel cercare di svelare ai molti la solidità o meno del sistema finanziario che sta caratterizzando questi ultimi anni.
Molti blog o siti di finanza, gestiti da professionisti illuminati e seri ci aiutano tutti i giorni a capire se e quanto a lungo le attuali fondamenta potranno reggere.
Ricordo alcuni siti che meritano sempre un’attenta lettura:
http://michelespallino.investireoggi.it/ di Michele Spallino
http://icebergfinanza.splinder.com Di Andrea Mazzalai
http://www.centrofondi.it di Pierluigi Paletti
http://www.comedonchisciotte.net
http://www.educazionefinanziaria.com/
Anche il blog di chi vi scrive vi sta raccontando, oramai dal mese di maggio, come questi mercati finanziari si basino su un sistema finanziario fragile; un sistema che si poggia su disavanzi commerciali, carry trades spinti al limite, fondi di private equity che investono nell’economia reale con leve finanziarie al limite della decenza, una bolla immobiliare senza precedenti, una crescita del debito delle famiglie, impoverimento della classe media e delle nuove generazioni (fenomeno europeo e americano) e come tutto questo può creare una crepa nei mercati e nella fiducia in essi.
Il caso Northern Rock è stato emblematico. In quei giorni, le Banche Centrali (FED, BCE BOE) ebbero il timore che l’irreparabile si stesse avvicinando e agirono con rapidità riportando da un lato la fiducia agli investitori, e dall’altra la convinzione che il mondo finanziario degli speculatori avrebbe potuto continuare a speculare senza problemi e a indebitarsi.
E’ notizia di oggi che le Banche principali americane costituiranno un fondo di 100 miliardi di dollari destinato a comprare assets obbligazionari a rischio al prezzo di mercato. Ora….il concetto di prezzo di mercato è evidentemente lacunoso nel mercato dei siv, cdo, abs ecc ecc. Le cifre dei conduit sono enormi ma il mercato è illiquido. Il solo fatto di costituire un fondo che è disposto a comprare è di sicuro deterrente per discese dei prezzi.
Per andare oltre ai problemi dei conduit si crea un SUPERCONDUIT, apparentemente il nome sarà Master-Liquidity Enhancement Conduit. Al pool parteciperanno Citibank, JP Morgan, Bank of America. In realtà ciò che appare una buona notizia può essere letta dal mercato anche molto male, in quanto è proprio la Citigroup quella più esposta in questo settore e la nascita di questo fondo potrebbe gettare delle ombre sulla bontà della solidità dei bilanci della banca americana (e quindi dell’intero sistema finanziario americano ed europeo).
Due settimane fa avevo lanciato una provocazione, la soluzione dei mali finanziari di questi giorni poteva essere data in mano al Fondo Monetario (oramai senza lavoro, in quanto non finanzia più i paesi in via di sviluppo, oramai zeppi di liquidità). Ebbene la creazione di un fondo salva debiti da parte delle banche americane va in questa direzione.
Non è facile investire nel mercato azionario quando si intravedono, ben chiari all’orizzonte, problemi di natura macroeconomia così importanti e preoccupanti.
Tuttavia i mercati azionari sono sui massimi, le banche centrali, le grandi banche d’affari, il presidente americano Bush, sprizzano fiducia da tutti i pori.
E allora proviamo a chiudere gli occhi sui problemi del mondo e soffermiamoci a vedere il tutto dagli occhi dell’investitore. Supponiamo che dobbiamo collocare al meglio i nostri risparmi.
In questo caso all’ipotesi armaggedon viene dato un peso, ma non più di tanto alto, nella convinzione che le banche centrali e i poteri forti faranno di tutto, in questa fase, per sostenere i mercati azionari.
Quando i mercati finanziari crollarono nel 2001 la liquidità si sposto sull’immobiliare e questo spostamento mantenne inalterata la ricchezza apparente dell’investitore. Oggi non è così. L’eventuale crollo dei mercati azionari non sarebbe riassorbito da una salita importante nell’immobiliare in quanto le case sono troppo care.
Si andrebbe quindi direttamente verso una crisi finanziaria di ampia portata, ipotesi che non è da scartare , ma che tutti i governanti e le banche centrali vogliono evitare.
Quindi, potremmo decidere di dare all’ipotesi crollo di tutte le asset class una probabilità bassa e quindi trovare l’allocazione efficiente dei nostri risparmi.
Immobili abbiamo detto che sono destinati a non performare. Anzi, specie in Europa esiste il rischio di una discesa continua delle quotazioni.
Obbligazioni. Sono convinto, che , eccetto nell’ipotesi di crisi mondiale dell’economia l’inflazione salirà e con essa i tassi di interesse. Quindi bisognerebbe non essere investiti in obbligazioni o fondi obbligazionari a medio e lungo periodo. Da preferire (per il solo parcheggio della liquidità) i BOT e le obbligazioni a breve. La Cina porterà inflazione nei prossimi anni. Per ora l’inflazione è tenuta bassa dalla discesa degli immobili ma non sarà sempre così.
Azioni. Sono salite molto ma, guardando i multipli non sono eccessivamente care. Sono l’unica asset class che potrebbe continuare a salire significativamente. La grande liquidità dei paesi ex emergenti verrà investita in maniera sempre più copiosa sull’equity europeo e americano.
Cinesi, indiani e company stanno capendo che è assurdo continuare a finanziare il debito americano comprando bonds e perdendo sistematicamente sul cambio, tanto vale comprare pezzi di america o Europa, anche se tali assets venissero pagati cari, sarebbero sempre da preferire alle obbligazioni.
A riprova di quanto detto, vi faccio presente il dibattito in corso in Europa sul rischio di troppo potere dei fondi Governativi dei paesi Arabi e ex emergenti. La loro liquidità potrebbe essere utilizzata per comprare il meglio delle multinazionali europee. In parole povere….ci potrebbero comprare per un pugno di euro…
Per finire, un altro segnale dei tempi…sabato ero a cena con un mio amico immobiliarista che è ultraconvinto che i mercati immobiliari subiranno un grande crollo in Italia e i soldi confluiranno in borsa (così come è accaduto nel passato).
Se guardiamo alla teoria dei cicli economici ha perfettamente ragione. Il sistema regge se allo sgonfio della bolla immobiliare fa da bilancia la nascita di una bolla mobiliare come quella del Nasdaq DEL 2001.
Le similitudini con il periodo 1998 2001 esistono. Nel 1998, dopo il crollo dei listini dovuto alla Long term Capital la Fed intervenne buttando liquidità sul mercato e abbassando i tassi. La bolla del Nasdaq e in parte di tutte le borse parti. Si teorizzò che il mercato tecnologico crescesse a ritmi altissimi indefinitivamente.
Oggi, dopo la crisi subprime la fed ha tagliato i tassi, ha inondato il sistema di liquidità. Potrebbe accadere che la bolla azionaria prosegua supportata dalla ipotesi di una crescita di Cina india, brasile e company,.. possano sempre crescere ai ritmi attuali.
Non vorrei soffermarmi qui su molti prodotti strutturati venduti dalle banche e dalle assicurazioni più o meno a capitale garantito. La maggior parte di essi sono solo prodotti cari! In caso di crolli dei mercati, forse vi garantiranno il capitale (ma mai come è garantito quando acquistate un titolo di stato). E in caso di rialzo dell’azionario vi verrà dato un beneficio molto inferiore rispetto a quello che avreste ottenuto con il fai da te.
Infatti tutti questi prodotti possono essere replicati da noi investitori a un quinto del costo al quale ci vengono venduti. Quindi le asset class da selezionare sono sole tre. Il resto fa parte dell’opaco mondo bancario.
E allora che si fa? Fiducia cieca nelle borse. E vai investiamo, ma con un occhio agli stop loss?
Lo stop loss è una tecnica perfetta in mercati normali per preservare il capitale e i rendimenti. Tuttavia il dubbio rimane, lo stop loss servirà a poco davanti a una crisi sistemica. Purtroppo se la crisi, preannunciata da molti, diventasse realtà, sarebbe grave e improvvisa. Non darebbe il tempo di metterci una pezza!
Il dilemma rimane vivo e fa mantenere alta l'attenzione, non permettendo di alzare troppo l'esposizione azionaria nelle prossime 4 o 5 settimane. Poi, con lavvicinarsi del tacchino e del Natale vedremo come si sono evoluti i problemi.
Prepariamoci a operare in un mercato che nel 2008 sarà più chiaro, valutiamo di cambiare le condizioni della nostra banca. Aderite all'iniziativa 1000PERCAMBIARE.
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