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TEMPORALE ESTIVO O STAGIONE DELLE PIOGGE?


Vi avevo lasciato prima delle vacanze, 25 giorni fa, con una domanda, Incubo estivo o sogno premonitore? In quell’articolo come vi ricorderete, la mia analisi anticipava in dettaglio quello che poi e’ accaduto durante il mese di agosto.
Quello che poteva sembrare un semplice incubo si è trasformato in realtà.
Per fortuna l’incubo era molto reale e quindi il consiglio di andare in vacanza leggeri e con poche azioni ha evitato perdite importanti.
Oggi al rientro ci troviamo davanti a un’altra domanda di piu’ difficile risposta:
E’ stato un temporale estivo o siamo entrati nella stagione delle piogge?
E quindi COME INVESTIRE nelle prossime settimane?
Chi ha grosse posizioni azionarie si domanda se deve ridurre l’esposizione in quanto ha il timore che il mercato scenda ancora.
Chi ha ridotto le posizioni non sa se è il momento giusto per rientrare.
Sui giornali e dalla bocca di fior fiore di economisti leggiamo le tesi piu’ disparate……alcuni, gli stessi che poche settimane prima erano ottimisti, affermano che potremmo essere vicini a un crack finanziario di dimensioni bibliche, paragonando la situazione attuale a quella del 1929 o a quella del 1998 con il fondo Long Term Capital. Altri sostengono che questo non e’ che uno scrollone benefico per i mercati e che presto riprenderanno il loro trend iniziato nel 2003.
Ogni dichiarazione va però supportata da fatti.
Innanzitutto vorrei fare un po’ di chiarezza sull’ampiezza della discesa dei mercati azionari nelle ultime settimane rispetto a precedenti discese:

LE ULTIME DISCESE DEI MERCATI AZIONARI DAL 2004 A OGGI.
LE SEI RILEVAZIONI SONO STATE FATTE NELL'APRILE 2004, LUGLIO 2004, OTTOBRE 2005, GIUGNO 2006, MARZO 2007 E AGOSTO 2007


D. JONES -7.5% - 6.5% - 5% - 8.5% - 6% - 8.5%

SPMIB -7% - 8% - 8% - 11,5% - 9% - 14%

DAX -10% - 10,5% - 7% - 14% - 8% - 11%

Forse i lettori estivi dei giornali italiani ed esteri non si sono accorti che questa discesa dei mercati azionari e’ stata identica alle precedenti. Le perdite sono state in linea con le correzioni che si sono verificate negli ultimi 4 anni, eccetto che per il mercato italiano dove, a causa di una politica economica miope, le cose sono andate peggio.
La seconda nota va alla performance dei mercati azionari da inizio anno. Ebbene qui le sorprese sono ancora piu’ marcate: Francia, Inghilterra, Italia, Giappone sono abbondantemente sotto i livelli di gennaio, ma la Germania mostra una performance positiva di oltre il 10% e il Dow Jones del 3%.
Quindi in alcuni mercati, e guarda caso proprio nel mercato dove si è originato il pericolo subprime le performance sono positive da inizio anno.

Quindi nessuna preoccupazione? Possiamo tornare a investire con tranquillità?
NO!
Una differenza sostanziale esiste e NON dobbiamo dimenticarla.

In tutte le precedenti crisi le banche centrali NON hanno reagito, anzi a ben vedere la crisi dei mercati azionari del maggio 2006 fu proprio favorita dalle banche centrali preoccupate da un eccessivo surriscaldamento dell’economia e delle materie prime, mentre nella crisi di marzo, dovuta sia al crollo del mercato cinese sia ai primi sentori del rischio subprime le banche centrali non si mossero.
In questo agosto invece le banche Centrali europee e americane hanno iniettato una quantità enorme di liquidità sui mercati e quando la cura non è apparsa sufficiente Bernanke ha abbassato il tasso di rifinanziamento delle banche (lasciando invariato il tasso ufficiale).
Il tutto e’ avvenuto in netta contraddizione con quanto affermato dalla stessa FED poche settimane prima, quando aveva detto che i tassi sarebbero stati stabili.
Le stesse dichiarazioni della FED sono significative e poco rassicuranti, in quanto ha parlato di serio rischio di contagio da parte di una crisi di origine finanziaria al mondo dell’economia reale.
E ancora, se il pericolo e’ negli Stati Uniti, come mai la BCE ha immesso nel sistema piu’ liquidità di quella che la stessa Fed ha immesso?
La Fed ha tagliato i tassi e la BCE non ha ancora commentato, segno che ancora una volta la BCE segue la politica economica americana? Vi ricordate nel 2001 ? la Borsa tedesca passò da 8000 a 2000 in due anni mentre il Dow Jones riusci’ a rimanere ancorato ai 10.000 punti. L’aggressività della FED di allora permise ai mercati americani di non capitolare cosa che invece toccò ai mercati europei.
Oggi la BCE si trova con tassi piu’ bassi di quelli americani e quindi con meno armi da utilizzare nel caso di continua discesa dei listini.
Debolezze della Bce a parte, le ultime considerazioni ci fanno affermare che l’estate 2007 ha sancito la fine di una politica economica della FED che tendeva a guidare l’economia, ad una piu’ rischiosa che tende a reagire agli eventi economici.
Era dal 2001 che questo tipo di approccio non veniva messa in atto e precedentemente fu fatto nel 1998.
Nel 1998 la FED, dopo un crollo dei mercati azionari di circa il 25% intervenne salvando il fondo Long Term Capital dalla bancarotta e riportando fiducia nei mercati azionari del mondo.La manovra fu semplice in quanto il rischio era circoscritto a un solo fondo Hedge anche se molto grande.
Nel 2001 invece la Fed fece il suo capolavoro dopo la distruzione delle torri gemelle. Portò i tassi di interesse vicino allo 0 e diede il via all’era del debito facile.
Entrambe le manovre, anche se di differente portata, evitarono ripercussioni ancor piu’ profonde sull’economia reale.
Oggi la Fed interviene ancora e la domanda e’ se la forza dell’intervento sarà in grado di tranquillizzare i mercati e riportare la fiducia fra gli investitori.
La risposta non e' facile e per abbozzarne una vediamo negli articoli seguenti le conseguenze della crisi e le ragioni.
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