ANCHE LA CARTA IGIENICA ABBANDONA L'ITALIA!!! SPERIAMO CHE LA MERDA SMETTA DI ARRIVARE ADDOSSO A QUESTO PAESE
LO SPOSTAMENTO DI UNA AZIENDA...non fa piu' notizia..ma l'esodo continua.
NEGLI ULTIMI GIORNI HO INCONTRATO 5 PERSONE CHE ABBANDONERANNO L'ITALIA NEI PROSSIMI 3 MESI. IL LORO CAPITALE FINANZIARIO CHE PORTERANNO VIA CON SE SUPERA GLI 8 MILIONI.
IN PRATICA SE IL CAPITALE RENDESSE LORO IL 4% ..CON LA TASSAZIONE AL 26% E LA PATRIMONIALE PARI ALLO 0,2...
LO STATO ITALIANO PERDEREBBE CIRCA 100.000 EURO DI TASSE SUL CAPITALE. DATO CHE LAVORANO ..PERDEREBBE ALMENO 300.000 EURO DI TASSE SUL REDDITO..PER NON PARLARE DELL'IVA AL 22% PARI ALMENO AD ALTRI 100.000 EURO...E POI TUTTA LA CATENA DEI CONSUMI....
INSOMMA MINIMO MINIMO LO STATO ITALIANO , PER COLPA DELL'ESSERE SENZA CERVELLO ...AVRA' MENO INCASSI PER ALMENO 500.000 EURO .PERSONALMENTE SONO FELICE...CHI RIMANE. ..ITALIOTA MEDIO, PAGHERA' PIU' TASSE GRAZIE A COLORO CHE SE NE VANNO IN UNA SPIRALE CHE PORTERA' AL FALLIMENTO DELO STATO..E ALLORA FORSE CI RIPRENDEREMO
Un’altra azienda italiana cede all’«attrazione fatale» austriaca e
decide di attraversare il confine, per investire in Carinzia i suoi
soldi e il suo ingegno imprenditoriale. Questa volta è un’azienda del
Nordest, la Roto-cart Spa di Piombino Dese (Padova), che produce carta
igienica, asciugatutto, rotoli igienici, carte assorbenti di vario
genere, tovaglioli e fazzoletti di carta e altro ancora. Tutta la
produzione attualmente avviene in due sedi in Italia, ma dalla prossima
estate se ne aggiungerà una terza a Sankt Veit an der Glan, cittadina
della Carinzia situato a una ventina di chilometri a nord di Klagenfurt,
lungo la storica linea ferroviaria per Vienna.
Alle aziende
straniere che approdano da queste parti la Carinzia stende tappeti
rossi, fatti di minori carichi fiscali, tempi rapidi nell’espletamento
delle pratiche burocratiche, enti pubblici più che rispettose delle
scadenze nel rimborso dei crediti d’imposta o nel saldo dei suoi debiti,
una giustizia che è la quarta in Europa per tempestività. A convincere
la Roto-cart a compiere il grande passo probabilmente non sono stati
questi fattori incentivanti – o non solo questi – ma anche altro, se
solo il suo amministratore delegato Giuliano Gelain avesse voglia di
parlarne. Le cronache locali riferivano tempo fa di tre anni spesi
inutilmente nel tentativo di realizzare un investimento di 120 milioni a
Barcon, nel Trevigiano, dove avrebbe creato 200 posti di lavoro,
progetto poi abbandonato per le resistenze politiche e l’opposizione di
comitati ambientalisti. Stessa sorte per un tentativo analogo
Castelfranco Veneto.
L’Austria, invece, che pure in fatto di
tutela ambientale non è seconda a nessuno, sembra aver accolto la
Roto-cart a braccia aperte. Gelain non vuole parlare con la stampa. Non
smentisce nulla, ma lascia intendere che si tratta ancora di un’idea
tutta da verificare. In Carinzia, invece, raccontano un’altra storia.
Nella zona industriale di Blintendorf la Roto-cart ha già acquistato da
tre agricoltori 10 ettari di terreno. Uno studio di Klagenfurt, la
Ziviltechnikunternehmen Kastner Zt, è stato incaricato di elaborare un
progetto di massima del nuovo stabilimento. L’investimento è previsto in
40 milioni di euro e, secondo Gerold Kastner, uno dei titolari dello
studio di progettazione, vi lavoreranno 100 persone. Negli ultimi anni
sono una dozzina le imprese italiane che si sono insediate in Carinzia,
ma quella della Roto-cart – che qui prenderà il nome di
Papierverarbeiter Spc – è senza dubbio la più grande sia per il capitale
investito che per i posti di lavoro creati. Anche le verifiche
ambientali sono in corso e se ne prevede la conclusione a giugno. Del
resto – spiega Alexander Schrott, responsabile per le attività
economiche del distretto di St. Veit – la Spc a Blintendorf non
fabbricherà carta, ma si occuperà soltanto della sua lavorazione, per
cui non ci sono da temere scarichi inquinanti.
ANCHE LA CARTA IGIENICA ABBANDONA L'ITALIA!!! SPERIAMO CHE LA MERDA SMETTA DI ARRIVARE ADDOSSO A QUESTO PAESE
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1 commento:
Le fabbriche di carta igienica in Italia chiudono perché' gli affari vanno a rotoli.
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