IL BITCOIN SECONDO MARCO POLCI ARTICOLO 1
CON MARCO CI SIAMO VISTI IN SETTIMANA A BOLOGNA. MI HA BONIFICATO SUL CELLULARE UN EURO IN BITCOIN E ABBIAMO AVUTO MODO DI PARLARE A LUNGO DI QUESTA CRIPTOMONETA E LE SUE CARATTERISCTICHE.
A FEBBRAIO STIAMO CERCANDO DI ORGANIZZARE UN WORK SHOP! ECCO IL PRIMO DI UNA SERIE DI ARTICOLI SUL BITCOIN.
Inizio una serie di articoli sul Bitcoin dove parlerò di
cos’è e come funziona, farò emergere quelli che sono i punti critici e le
risposte che sono state date con altre criptovalute; vedremo che il Bitcoin ha
un costo reale e che analizzandolo in relazione al valore di scambio si può
fare qualche deduzione sul suo stato di salute.
Ci saranno delle parti volutamente molto tecniche, anche se banalizzerò
e in alcuni casi stravolgerò i concetti perché il mio obiettivo è semplicemente
quello di far capire che il tutto poggia su solidi principi matematici. Alla
fine quello che deve essere chiaro è che
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nel passaggio dal sistema informatico
delle banche che gestisce le odierne transazioni elettroniche al Bitcoin, non
c’è un banale cambio di software, ma un cambio completo di paradigma che porta
all’abbandono totale della necessità di una qualsiasi figura di intermediazione
che faccia da garante. Quindi non preoccupatevi se non comprendete tutti i
passaggi strettamente informatici e matematici.
Tutto ha inizio nel 2009 quando un tale, conosciuto solo
tramite lo pseudonimo Satoshi Nakamoto, pubblica il paper[i]
dove illustra i concetti che implementerà nei mesi successivi nel codice dei
server di Bitcoin. Il codice di Bitcoin è totalmente open source, è stato
ampiamente analizzato, sviscerato e in alcune parti riutilizzato per altre
criptovalute nate successivamente. L’aspetto open source è importante perché
altrimenti si sarebbe introdotta una nuova forma di fiducia in un garante che
sarebbe stato colui che ha scritto il software. Un concetto importante per chi
si occupa di sicurezza informatica è che la vera sicurezza è tale anche alla
luce del sole e non se si basa sul nascondimento. Quindi chi ha sospetti del
tipo “i programmatori lasciano delle backdoor nei loro software”, se lo tolga
dalla testa e indirizzi le proprie energie verso quelli che sono i veri punti
critici del Bitcoin.
Consiglio a tutti la lettura dell’abstract e
dell’introduzione del suddetto paper, una paginetta di facile lettura dove
sostanzialmente si osserva che il modo attuale di gestire le transazioni
elettroniche, basato sulla fiducia verso un intermediario che fa da garante e
gestisce le dispute, è inefficiente e costoso, scoraggiando di conseguenza le
transazioni occasionali o per piccoli importi. Avete mai provato a pagare un
gelato con la carta di credito? Io sì, sono stato quasi insultato dal gelataio.
La domanda a cui Nakamoto vuol dare una risposta è “si può
costruire un sistema per fare transazioni elettroniche che faccia a meno della
necessità di un intermediario su cui porre la fiducia e che coinvolga solo i
diretti interessati?” Con il suo Bitcoin Nakamoto è riuscito a dare una
risposta pienamente affermativa gettando le basi di quella che è una vera e
propria rivoluzione.
Fissatevi bene in mente tale domanda e che Bitcoin è la sua
risposta, è questo l’obbiettivo che ci si è posti nel progettare Bitcoin. Tutte
le altre considerazioni, ad esempio di chi dice che Bitcoin sarà la moneta del futuro, sono di chi ha
colto qualche potenzialità ma non tutti i limiti e problemi che Bitcoin presenta.
Mi sento di affermare ciò perché è evidente che la cura posta per gli aspetti
di sicurezza non è stata messa su altri aspetti diciamo “meno urgenti”. Per
esempio, abbiamo osservato che l’attuale sistema basato sulla fiducia è
inefficiente e costoso, ma non è detto che Bitcoin riesca ad avere queste
caratteristiche sul lungo termine. Questi aspetti invece sono stati affrontati
dalle nuove generazioni di criptovalute e ne riparleremo in seguito. È
sicuramente vero invece che i futuri sistemi di pagamento elettronico si
baseranno sull’esperienza delle attuali criptovalute.
Ho detto all’inizio che il passaggio a Bitcoin comporta
l’abbandono del paradigma basato sulla fiducia, ma su cosa ci si basa? Nakamoto
dice: “c’è bisogno di un sistema di pagamento elettronico basato su prove
crittografiche invece che la fiducia, permettendo ai diretti interessati di
fare un pagamento senza aver bisogno di una terza parte fidata”. La prova crittografica è un artificio
matematico che serve per dimostrare che un dato non è stato manomesso, ha la
particolarità di essere facilmente verificabile e di essere praticamente
impossibile da falsificare. Ma la cosa importante dell’affermazione di Nakamoto
è che i diretti interessati sono autonomi nel fare questa verifica, non c’è
bisogno di nessuno che garantisca alcunché.
L’utilizzo di sistemi crittografici non implica l’assenza di
un terzo che faccia da garante, infatti ancora non abbiamo visto dove sta la
novità dell’opera di Nakamoto, ne parlerò nel prossimo articolo.
IL BITCOIN SECONDO MARCO POLCI ARTICOLO 1
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2 commenti:
Bene: ma come/dove si comprano e vendono i bitcoin?
il Bitcoin ed il Litecoin si possono anche tradare con i cfd a leva.
Se, finanziariamente parlando, sopravvivo anche a questa bolla mi compero tutta la Svizzera.
antipatix
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