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ENEL A RISCHIO BLACK OUT!


ENEL MA SI PUO’ DEFINERE AZIENDA MODELLO?
Una volta l’Enel poteva essere considerata l’azienda da cassettista per eccelenza. Ma può ancora essere considerata tale?
Cosa accadrà a Enel nel 2008 non è chiaro, molto dipenderà dalla situazione macroeconomia e in particolare dall’andamento dei tassi d’interesse. Ma l’Enel merita la fiducia dell’investitore?
Guardando l’andamento borsistico e i dividendi qualcuno potrebbe pensare che Enel sia il classico titolo da mantenere in portafoglio nelle gestioni con basso profilo di rischio. Un titolo che ha dato, da e darà soddisfazioni. Ma se facciamo un’analisi più attenta degli ultimi anni ci accorgiamo che la realtà è ben diversa.
Possiamo anche tralasciare l’operazione WIND e al suo strano passaggio al magnate egiziano che ancora oggi ha strascichi notevoli. Quell’operazione è un altro esempio di capitalismo opaco, ma oramai si parla di tanto tempo fa….
Qui di seguito vorrei solo fare alcune considerazioni sull’Enel e su quanto ha combinato nel 2007.
Certo, l’andamento del titolo è a prova di recessione e anche di tassi in salita, infatti ben sappiamo che davanti a qualsiasi difficoltà che possa mettere in discussione la redditività e il dividendo (di cui lo stato non può fare a mano) il governo, alla faccia del libero mercato, aiuterà il settore permettendo l’aumento delle tariffe. Tariffe che, grazie alle cattive scelte strategiche del recente passato, sono già fra le più alte in Europa…
Tuttavia, un conto è la redditività dettata da pratiche monopolistiche e anticoncorrenziali, un altro è la capacità di crescere da soli effettuando scelte coraggiose e investendo al momento giusto al giusto prezzo. In quale situazione l’Enel si trovi oggi è facile da prevedere.
Il nostro primo ministro Prodi, ha deciso di far crescere il nostro gruppo elettrico facendole acquistare Endesa in Spagna. Un’operazione che ha fatto lievitare il debito di Enel a 60 miliardi di Euro!
MI PERMETTO ALCUNE CONSIDERAZIANI:
1) Endesa è stata strapagata. Nel 2003 valeva 10 Euro, all’inizio del 2006 20 Euro…l’acquisto è stato fatto a 41 Euro questa primavera. Enel e Acciona hanno comprato Endesa per una spesa totale di ben 42 miliardi di euro. Una somma giudicata da diverse fonti bancarie (Ubs, Mediobanca, Morgan Stanley, Goldman Sachs) elevata e che pesa per il 25% sugli spagnoli e per il restante sull’Italia. Anche se una parte della società potrà poi essere venduta ai tedeschi nel 2008 ma i dettagli non sono noti. La scelta è stata politica e non economica.
2) Endesa, in borsa vale oggi 37 euro, una perdita quindi del 10% sul valore di acquisto, ovvero di 4 miliardi di euro (3 di competenza di Enel!)
3) Nel frattempo E.On, società che era in competizione con Enel per comprare Endesa ha visto le sue quotazioni passare da 100 Euro a 144. Un aumento del 44% in sette mesi, ovvero una maggiore capitalizzazione di 30 miliardi di euro.
4) Enel, invece, in borsa…a gennaio 2004 valeva 6,8 euro, oggi vale solo il 21% in più, mentre Endesa quotava 13 euro, oggi il 300%. Enel quotava 8,2 euro sette mesi fa e capitalizzava 50 miliardi di euro. Oggi la sua capitalizzazione è identica, mentre E.On è passata da 70 miliardi a oltre i 100. E ancora, E.On nel 2003 quotava 34 Euro. Il rialzo è stato pari al 420% (quattrocentoventi….). Nello stesso tempo Enel nel 2003 valeva 5 euro. Il rialzo è stato solo del 65%. La cosa incredibile è che questa è un’azienda che è stata privatizzata e che ha goduto di tariffe monopolistiche di favore. Eppure ne Scaroni, ne Conti sono mai stati messi in discussione. Nessuno ha protestato per i dividendi troppo alti. Tutto bene…qualcuno dirà! In realtà la performance di borsa denota una cronica incapacità di competere e una sistematica perdita di valore nel confronto dei competitors europei.
5) Rating S& P, per Enel. La società di rating ha abbassato il rating a lungo termine, portandolo da A ad A-. Per giunta hanno affermato che il rating rimane sotto osservazione con implicazioni negative! Il debito è passato da 11,7 miliardi di euro nel 2007 a 60 miliardi a fine 2007.
6) La cosa molto particolare è che S&P ha aspettato il collocamento al parco buoi delle obbligazioni Enel prima di abbassare il rating. Ancora una volta il parco buoi ringrazia.
7) Enel ha pagato dei dividendi monster per anni foraggiando le misere casse statali. I dividendi pagati non le hanno permesso di avere a disposizione quelle risorse che le avrebbero permesso un processo di espansione migliore.
8) A maggio il costo del debito era gestibile per Enel. Oggi indebitarsi emettendo obbligazioni o tramite debito bancario costa quasi 100 basis point in più, che si traducono in 600 milioni di euro di costi aggiuntivi all’anno. Oggi i brokers valutano le aziende nella convinzione che la BCE taglierà i tassi d’interesse. Ma l’inflazione viaggia oramai al 6% annuo (in Europa è salita dello 0,5% nell’ultimo mese…se si moltiplica questo numero per 12….). Se i tassi dovessero aumentare per Enel le cose si complicherebbero e non poco.

Insomma Enel e le sue scelte strategiche sono sicuramente discutibili. Ha gettato le basi per diventare un grande player mondiale ma ha iniziato a investire e a indebitarsi in un momento sbagliato. Per anni i tassi sono stati bassi e l’indebitamento è stato sotto controllo, quando i tassi cominciano a risalire l’indebitamento vola e le acquisizioni sono state fatte ai prezzi massimi di mercato. Il timing è discutibile e se le cose andranno male saranno i consumatori a pagarne le conseguenze, più che gli azionisti che un dividendo lo devono ottenere a qualunque costo!
Dal punto di vista degli investimenti considerano l’azienda rischiosa e ho un target a 7,2 Euro. Consiglio di non considerare l’investimento.
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