la svizzera apre sempre di piu' ai capitali ufficiali e allontana con vigore i capitali cosidetti neri o derivanti da evasione fiscale, la linea scelta da MERCATO LIBERO ha convinto la piazza finanziaria elvetica.
Scambio di dati, soluzione possibile
I banchieri privati mirano in primo luogo all'accesso al mercato dell'Ue
ZURIGO/GINEVRA - Per i banchieri privati l'imposta liberatoria è sicuramente la soluzione migliore rispetto allo scambio automatico di informazioni.
Tuttavia, evitare quest'ultimo non è il loro obiettivo strategico: la priorità è data all'accesso al mercato dell'Unione europea e a trovare una via d'uscita per il passato. Se ciò fosse possibile i banchieri privati sarebbero disposti anche a fornire i dati dei loro clienti stranieri al fisco degli stati di residenza.
"Non saremmo probabilmente noi a mandare a monte una tale soluzione", ha detto MichelDérobert, direttore dell'Associazione svizzera dei banchieri privati, in un'intervista di oggi al "Tages-Anzeiger" e al "Bund".
ORAMAI E' SOLO QUESTIONE DI TEMPO. L'EUROPA DOPO GLI STATI UNITI FIRMERA' CON LA SVIZZERA LO SCAMBIO AUTOMATICO DELLE INFORMAZIONI E LA SVIZZERA MANTERRA' LA PRIVACY SOLO PER I RESIDENTI ELVETICI E PER TUTTI I PAESI ECCETTO EURO E USA.
Nel frattempo non passa giorno che milioni di euro lascino la svizzera per luoghi piu' tranquilli e sicuri.
Il vicepresidente PBD Lorez Hess: "Sul segreto bancario tocca a noi iniziare"
BERNA - "Il Consiglio federale dovrebbe discutere con l'Ue in merito a un eventuale scambio automatico di informazioni in materia fiscale": con queste parole Lorenz Hess, consigliere nazionale bernese e vice presidente del Partito borghese democratico PBD(stessa formazione della ministra delle finanze Eveline Widmer-Schlumpf), propone in un'intervista alla SonntagsZeitung che sia la Svizzera a "prendere l'iniziativa, se non vuole un giorno ritrovarsi con le spalle al muro. La Confederazione deve evitare di farsi mettere sotto pressione, dal momento che in un simile frangente potrebbe essere costretta ad accettare una variante dello scambio automatico di informazioni che danneggia i suoi interessi".
"Dopo il no della Germania all'accordo fiscale con Berna e l'intesa raggiunta con gli Stati Uniti in merito al FACTA - ha argomentato il consigliere nazionale - è assai probabile che l'Ue chieda una soluzione globale destinata all'introduzione dello scambio automatico di informazioni. Per questo motivo, la Confederazione ha ora l'occasione di cambiare strategia".
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