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BANCA D'ITALIA : MERCATO LIBERO CHIEDE L'ESPROPRIO DELLE AZIONI A FAVORE DELLO STATO - GRATIS


Come sapete la proprietà della Banca d'Italia è in mano alle banche. La proprietà di tale istituzione dovrebbe essere dei cittadini. Invece le banche non solo ne sono le proprietarie, ma l'hanno inserita a bilancio a valori astronomici.

Il valore della Banca d'Italia nei bilanci delle banche DEVE ESSERE ZERO. Senza i cittadini che pagano le tasse la Banca d'Italia non esisterebbe.

MERCATO LIBERO CHIDE CHE LA BANCA D'ITALIA FINISCA AI CITTADINI ATTRAVERSO L'ESPROPRIO SENZA PAGAMENTO ALCUNO ALLE BANCHE.

Pensate che la valorizzazione della quota in possesso della Banca d'Italia è stata negli ultimi anni, oggetto di continue rivalutazioni nei bilanci di molte banche italiane. Tramite tali rivalutazioni è stato possibile pagare miliardi di dividendi, e oggi le banche CHIEDONO AIUTO ALLO STATO TRAMITE I TREMONTI BONDS...e lo stato dice sempre si.


riflettete bene:

TREMONTI DA ANNI LITIGA CON DRAGHI (L'UOMO DI GOLDMAN SACHS E L'UOMO DEL BRITANNIA)

Negli ultimi mesi il litigio aumenta. Gli ultimi scazzi:
1) sull'aumento tassazione per le banche
2) sui dati della crisi
3) sul costo per i tremonti bonds
4) sull'introduzione dei prefetti
5) Sul poco credito bancario per colpa dell'alto debito pubblico..

Ma il vero motivo del litigio è un altro... ,leggete questo stralcio preso da :http://www.spaitalia.it

Nel dicembre 2005 l’allora ministro dell’economia Giulio Tremonti promosse la legge 262, conosciuta ai più come “Legge sulla tutela del risparmio”, nella quale, con l’art. 19, veniva disciplinato il trasferimento delle quote di Banca d’Italia possedute da soggetti diversi dallo Stato. Entro fine 2008, insomma, le banche private avrebbero dovuto cedere le proprie partecipazioni ed il capitale dell’istituto di vigilanza sarebbe dovuto tornare in mano pubblica.
La scadenza, ovviamente, non è stata rispettata e ad oggi l’antico conflitto d’interessi resta insoluto. I controllati – le banche – detengono ancora il capitale del loro controllore.
Sul rinvio pesa un tema fondamentale, : quanto vale Bankitalia?
La stampa finanziaria racconta che la vendita delle quote di Banca d’Italia frutterebbe alle banche una cifra indefinita, per alcuni 4 miliardi di euro, per altri 20 e per taluni proprio nulla, perché il patrimonio dell’Istituto è “frutto del signoraggio passato ed appartiene ai cittadini, certamente non alle banche”. Ma una cifra definita da qualche parte si dovrà trovare: stiamo pur sempre parlando di banche, di società quotate.
Per scoprirlo abbiamo dato così la parola ai bilanci delle 64 SpA proprietarie delle 300.000 quote di Banca d’Italia. Tra di esse, solo due sono soggetti pubblici (INPS e INAIL), mentre tutti gli altri sono banche private, eccezion fatta per la tedesca Allianz, la francese BNL e le italiane Generali, Milano Assicurazioni, Reale Mutua e Fondiaria-Sai.
Laddove non v’è spazio per l’interpretazione arbitraria ed incerta, pensavamo di poter trovare un valore equo e comune.
Tutt'altro. L’anomalia della governance di Banca d’Italia si riflette inevitabilmente sui bilanci, nei quali appare fin troppo chiaro Che non v’è certezza sul valore reale delle partecipazioni e sulla modalità di definizione del medesimo.
Alcune Società valutano la partecipazione nell’Istituto di Vigilanza al costo, altre al fair value ed altre ancora evitano di stabilire una cifra per mancanza degli elementi necessari ad una corretta determinazione del prezzo.
Tali stime “arbitrarie” si traducono in pesanti discrasie.
Un esempio: il gruppo Intesa Sanpaolo, azionista numero uno di Banca d’Italia con il 40% del capitale – 30,3% in proprio, il resto tramite le controllate – attribuisce alla propria quota un valore di oltre 550 milioni di Euro, ovvero circa 4.300€ per ogni quota posseduta. Unicredit, al secondo posto con il 22% circa del capitale, valuta la partecipazione circa 63 milioni di Euro, nemmeno mille euro a quota. Chi ha ragione?
Scorrendo la nostra analisi emergono esempi ancor più eclatanti. Come Banca Monte dei Paschi di Siena, che valuta ognuna delle sue 13.800 quote di Banca d’Italia Banca una cifra superiore ai 45.000 Euro. O Banca Caripe, che per appena 8 quote (per partecipare all’assemblea degli azionisti ne servono 100), ha scritto in bilancio una partecipazione di 1,7 milioni di Euro!


E ANCORA...

Se ci si basa sul patrimonio della Banca d`Italia, la valutazione complessiva è intorno ai 2o miliardi di euro. Ma il patrimonio della Banca centrale è frutto del signoraggio passato e appartiene a tutti icittadini, nonpuò certo essere riconosciuto alle banche azioniste
Estrapolando al futuro gli utili recentemente incassati dagli azionisti privati e attualizzandoli con un tasso di sconto al 5%, si arriva ad una valutazione di circa un miliardo.


BANCA D'ITALIA DEVE ESSERE LA BANCA DEL POPOLO. DEVE ESSERE ESPROPRIATA IN TEMPI RAPIDI!
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4 commenti:

Anonimo ha detto...

e pensare che Draghi era stato allievo di Federico Caffè..... quest'ultimo sparito nel nulla alla fine degli anni 80..

e ho detto tutto.

Anonimo ha detto...

E ora!
Saverio

Anonimo ha detto...

Deve vendere anche tutte le partecipazioni azionare che possiede.


ROMA, 18 marzo (Reuters) - La Banca d'Italia smentisce quanto scritto oggi da un quotidiano secondo il quale avrebbe affidato a Rothschild il mandato di cedere la sua quota di circa il 62% nella società agricola Bonifiche Ferraresi (BFFI.MI: Quotazione).

E' quanto si legge in una nota di via Nazionale.

Oggi Finanza e mercati ha scritto che la Banca d'Italia aveva "affidato il mandato di vendita a Rothschild contestualmente alla richiesta di una perizia sul valore della quota".

Anonimo ha detto...

ma il valore di Banca d'Italia anni fa non era € 150'000?
Chi è stato a darla alle banche private? a che prezzo? (mi risulta essere stato quel gentile signore che ci ha tassato nottetetempo i conti correnti nel '92, 'sto fijo de ... Poi si è salvato da tangentolpoli: contrariamente al resto della dirigenza del suo partito lui poteva non sapere oppure era semplicemente amico dei poteri forti?).