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DA DAVOS ARRIVA TANTO OTTIMISMO PER LA CRESCITA ECONOMICA

  Il presidente cinese a Davos difende a spada tratta la globalizzazione e traccia una linea di separazione con la politica dell'america di Trump.
 
Tuttavia l'outlook sulla crescita economica mondiale per il 2017 è in miglioramento...le prospettive sono, dopo anni di bassa crescita, di un aumento !!! IHS Markit ha rilasciato un report molto positivo sul 2017.
 
A new analysis released today at the World Economic Forum in Davos by IHS Markit   Global growth is  expected to increase from 2.5 percent in 2016 to 2.8 percent in 2017 and 3.1 percent in 2018.
“In 2017, the global economy will see a rebound in growth for first time since 2014,” said Nariman Behravesh, chief economist, IHS Markit. “The expectation that the incoming Trump administration will enact sizeable fiscal stimulus has increased optimism about the U.S. and the global economies. U.S. stock indexes are at record highs and interest rates and the dollar are rising. Data such as IHS Markit’s PMI surveys are already pointing to 2017 starting on a solid footing, with growth at the end of 2016 having gained momentum.”
Sempre secondo Markit, i paesi emergenti giocheranno un ruolo importante nella crescita economica mondiale“Emerging markets have really struggled in the past few years,” Behravesh said. “But, a growing global economy will mean that emerging markets can finally take a breath.” Economic fundamentals in most emerging markets have improved in the past couple of years and, with the exception of China, overall debt ratios are mostly down.  Commodity prices are rising and both consumer and business sentiment have improved. This means that these economies will be able to enjoy the fruits of a more upbeat global outlook.
TUTTAVIA MARKIT SOLLEVA IL RISCHIO DI UNA GUERRA COMMERCIALE E UN PROCESSO ANTIGLOBALIZZAZIONE CHE PUO' PORTARE A RISULTATI NEFASTI PER L'ECONOMIA MONDIALE
“Unfortunately, political and policy uncertainties as well as risks are higher now than they were a year ago,” Behravesh said at the World Economic Forum. “The rise of anti-globalization movements in the U.S. and Europe could result in policies that hurt growth. In particular, a trade war could push the U.S. and global economies into recession.”


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3 commenti:

Anonimo ha detto...

"La vittoria di Trump, quella della Brexit, la crescente popolarità dei movimenti cosiddetti populisti sono anche il frutto della crescente impopolarità dell' idea dell' apertura dei mercati come strada per generare crescita economica.

La crescita c' è stata, ma in molti paesi, soprattutto in quelli ricchi, non è stata "inclusiva": i più poveri sentono, spesso a ragione, di essere ancora poveri, la classe media, altrettanto giustamente, sente di essere più povera di qualche anno fa, i giovani si sentono lasciati fuori dal mercato del lavoro e dalla condivisione della ricchezza nazionale. Così il consenso democratico alle politiche che hanno favorito la globalizzazione è ai minimi storici.

Lo sanno bene anche a DAVOS, tanto che lo stesso World Economic Forum, con sorprendente ritardo, ha creato un nuovo indice per misurare il benessere delle nazioni, andando oltre il vecchio Pil e verso qualcosa di più simile all' indicatore di Benessere equo e sostenibile, il Bes, con l' obiettivo di «proporre un cambio alle priorità della politica economica per rispondere in maniera più efficace all' insicurezza e diseguaglianza che accompagnano il cambio tecnologico e la globalizzazione ».

Lo hanno chiamato Idi, sigla che sta per Inclusive development index, cioè 'Indice di sviluppo inclusivo', e abbina ai consueti indicatori economici criteri più generali come la disparità nei redditi e nelle ricchezze, la mobilità sociale, la qualità della vita e dell' ambiente o la sicurezza.

Applicando questo nuovo metodo di misurazione del benessere a 103 paesi, il Wef arriva alla conclusione che nel 51% degli Stati il benessere è peggiorato negli ultimi cinque anni. Colpa della crisi? Non solo: nel 42% dei casi l' indicatore di benessere è sceso nonostante il Pil pro capite sia aumentato. Segno visibile di quella "ripresa per pochi" che è diventato uno dei grandi problemi dell' economia mondiale..
La Cina forse si sarà arricchita, molte persone sono state incluse nel processo di industrializzazione e di abbandono delle campagne, ma nei paesi sviluppati si è assistito a un processo inverso di impoverimento della classe media e di esclusione di molti dal mercato del lavoro.
Pertanto a fronte di una CINA pro-globalizzazione abbiamo Trump a favore del protezionismo e movimenti anti-globalisti in Europa.

Anonimo ha detto...

Mi perdoni dott. Barrai, ma se il cigno nero è l'interruzione del processo di globalizzazione che in questi anni ha fatto crescere l'Europa ed anche il Bel paese oltre confine e decrescere nei propri confini nazionali con fiducia dei consumatori ai minimi e deflazione in corso, come si può prospettare un 2017 di crescita? Forse per la Cina che si erge a difensore della globalizzazione senza ricordare i 40 procedimenti aperti a suo carico per concorrenza sleale.
Saluti Carlo

Anonimo ha detto...

Fanculo la globalizzazione.
w Putin e w Trump.