STABLE COIN LA VIA PER ESSERE LIBERI DAL FALLIMENTO DEL SISTEMA EURO


BANCO POPOLARE ....FUSIONE SOTTO ATTACCO....

BANCO POPOLARE 2,50
BANCA POP.MILANO 0,443
RAPPORTO DI FUSIONE:  6,386 azioni della Milano per una azione del Banco POPOLARE

proviamo a fare i conti
0,443 * 6,386 = 2,83 
quindi 2,83 contro 2,50, ovvero un 12% di differenza .....chiunque esperto di arbitraggi venderebbe short popolare di milano e comprerebbe banco popolare. Un 12% di profitto cosi' senza sudare.
MA I MERCATI SONO EFFICIENTI E SE ESISTE UNA INEFFICIENZA ...C'E' SEMPRE UN PERCHE'.
I titoli della popolare milano da shortare ci sono a un costo accettabile...quindi non e' quello il problema...Il problema potrebbe essere che L'OPERAZIONE POSSA SALTARE...e l'anello debole è il BANCO POPOLARE...proprio quella banca che la BCE disse essere capitalizzata correttamente..ma che se voleva fondersi doveva fare un aumento di capitale (strano no?)
Esattamente la stesa banca che un anno fa valeva 16 euro e adesso 2,50...
Insomma i dubbi rimangono e non sono pochi....leggetevi quest'articolo di Repubblica che approfondisce bene la situazione....
e' molto probabile che le posizioni corte su banco popolare siano molto grosse...e nel caso di ricoperture...saranno fuochi artificiali.....



articolo di qualche giorno fa...post brexit ma valido ancora...
Milano La speculazione va in scena sul Banco popolare. Con i fondi esteri che stanno shortando il titolo dell’istituto tentando di far saltare la fusione con Bpm. 
 E sul mercato si aggira uno spettro: se il merger tra la Milano e l’istituto guidato da Pier Francesco Saviotti non si farà, oltre a Mps, il governo potrebbe avere un altro problema da risolvere. Niente più che gossip di mercato, per ora, che si contrapporrebbero a un’operazione che invece è già stata consacrata dagli analisti, sia sul versante delle sinergie che del capitale. 
 Ai valori di fusione, fanno notare però gli operatori, Banca Popolare di Milano sta a sconto tra il 18 e il 22% (venerdì era al 17% ma le oscillazioni sono state molto violente), a seconda della giornata. Il calcolo è molto semplice, con la fusione il rapporto di concambio è di 6,386 azioni della Milano per una azione del Banco. Se si usa il merger ratio viene fuori che il “teorico” della Milano dovrebbe essere, ai prezzi di venerdì, a 31 cent, mentre il titolo staziona attorno ai 36 cent. Le motivazioni possono essere molteplici, dicono alcuni analisti: tra queste il fatto che gli istituzionali che hanno comprato il Banco magari possono essere entrati in stop loss per effetto di Brexit. Oppure che qualcuno stia facendo “stake building”, vendendo il Banco, per incunearsi nell’accordo.
 Se la fusione saltasse, dicono ancora, il Banco stand alone diventerebbe un grosso problema sistemico, oltre ad Mps. L’altra tesi che circola è che i fondi speculativi starebbero minando l’operazione per avvantaggiarsi nel pantagruelico piatto dei non performing loans italiani, nella speranza di poterli acquisire a valori stracciati. Il dato finale è che su Banco c’è una speculazione monstre. In sei mesi, e nonostante la fusione, ha perso più di Mps, -76% rispetto al -73% di Rocca Salimbeni. Se questo è il dato di Borsa, sull’onda dell’adagio “segui il trend, il trend è tuo amico”, andando oltre le follie dei prezzi dei titoli bancari c’è la logica industriale. Secondo le stime la fusione darebbe vita, come si sa, al terzo gruppo bancario italiano. Proventi operativi, sommati, al 2015 per 5,1 miliardi e 600 milioni di utile che diventeranno rispettivamente 5,2 miliardi di proventi nel 2019, con 1,1 miliardi di utile. Un cet1 da 12,3% calcolato al 2015, che sarà al 12,9% nel 2019, tax ratio che si riduce da 162% a 114%. Gli analisti hanno già da tempo benedetto il deal. Per Equita l’approccio è costruttivo e si confermano i rating buy su entrambe. “La nuova entità – scriveva in un report di maggio - in termini relativi, è meglio equipaggiata, grazie alle sinergie, per operare in un contesto di mercato molto sfidante”. Inoltre ha un forte capitale di base, ridurrà il profilo di rischio in seguito alla cessione dei non perfoming loans. Per Exane, la patrimonializzazione è elevata, tra le migliori del sistema, buona la profittabilità e la copertura dei crediti deteriorati sarebbe superiore al sistema se si considerano le garanzie. La timeline per arrivare alla fusione prevede il rilascio delle autorizzazioni per metà agosto e a inizio ottobre i passaggi assembleari delle due popolari, con contestuale trasformazione in spa. Per fine 2016 è attesa l’efficacia di una fusione che peraltro è stata “benedetta” di nuovo la scorsa settimana all’assemblea dell’Abi dal governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco. Nel mezzo i sali scendi di Borsa, gli stress test e report impietosi. Come quello di Morgan Stanley, pubblicato la settimana scorsa, che non fanno che innervosire il mercato con cadute e rimbalzi. Secondo lo studio gli istituti italiani a rischio di non passare le forche caudine dei test dell’Eba sarebbero il Monte dei Paschi e il Banco Popolare. La banca americana ha stimato che il Cet1 del Banco, in caso di scenario avverso, andrebbe a piantarsi sotto zero. Per gli analisti l’indicatore del capitale primario dell’istituto scaligero scenderebbe di 14 punti, dal 12,4% a -1,6%, evidenziando un risultato peggiore anche di Mps. Dal Banco fanno sapere che il dato calcolato è totalmente sbagliato. Di più anzi, aggiungono, che i test condotti internamente hanno confermato “la resilienza del Banco Popolare a fronte dello scenario avverso”. Quel report sarebbe pieno di “errori grossolani” e con questa tesi si presenterà un esposto in Consob contro Morgan Stanley. “Ha detto stupidaggini che ci impongono di rivolgerci ai legali” ha fatto sapere l’ad Saviotti. Attaccando: “Noi abbiamo fatto da cavia, speriamo che i prossimi siano più fortunati”. Dal Banco si rivendica, inoltre, di essere l’unica banca italiana ad aver compiuto un aumento di capitale da un miliardo, senza bisogno che intervenisse il consorzio. Una specie di “miracolo” dice ancora l’ad. E si precisa che il loro Cet1, nel caso in cui la fusione non si facesse, supererebbe il 13%, cioè si staglierebbe a livello di Intesa. Non resta dunque che aspettare la fine della speculazione, nella speranza che il mercato ricopra questa montagna di vendite sull’istituto scaligero.

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6 commenti:

Anonimo ha detto...

e con eur/usd come la mettiamo? Ha appena bucato 1,11
Rimanere short, addirittura incrementare o riconsiderare?

ML ha detto...

non vdo il problema? oro segue a perfezione..

Anonimo ha detto...

La previsione da lei fatta sulla rivalutazione del dollaro su euro 10% facile si diceva è ancora valida? Grazie e buona giornata.
Gigi.

ML ha detto...

SI POTREBBE ESSERE VAIDA, ma wmo è coperto da una posizone long in oro, quindi io guardo sempre il differenziale....

Anonimo ha detto...

Quindi quelli di BPM sono autolesionisti?

Anonimo ha detto...

Un risultato positivo negli stress test potrebbe dare il via alle ricoperture degli short smentendo il report MOrgan, rischio enorme ma si potrebbe azzardare Paolo è come andare al casino o può avere un senso?