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CARLO LOTTIERI CI RICORDA CHE SI DEVE LOTTARE PER OTTENERE UN PARADISO FISCALE E NON SI DEVE GIOIRE PER VIVERE IN UN INFERNO FISCALE

È l'inferno fiscale che genera il paradiso fiscale. Si evade da una prigione, non da un resort
La polemica sui conti italiani nei paradisi fiscali dell'America centrale dovrebbe essere letta a partire da un dato inequivocabile: e cioè dalla constatazione che l'Italia rappresenta un autentico «inferno fiscale» da cui è ragionevole E UMANO, quando si può, cercare di fuggire. L'ultima conferma è arriva dall'Istat, i cui dati hanno ribadito che la pressione fiscale italiana è tra le più alte al mondo. Rispetto allo scorso anno la tassazione cala di un misero 0,1% sul Pil, ma è comunque sopra lo 0,2% rispetto alle previsioni. Niente da fare: siamo uno dei posti peggiori per chi faccia qualche profitto, spingendo in tal modo imprese e capitali ad andarsene.
MA NON SOLO LE IM PRESE ANCHE I BENESTANTI PER PROTEGGERE IL PATRIMONIO LEGALMENTE FATTO NEGLI ANNI DEVONO ANDARSENE.
In questo quadro non sorprende che vi sia chi porta i soldi a Panama, ma semmai stupisce che vi sia chi continua a ignorare cosa è ormai l'Italia. Quanti ogni giorno si lamentano per l'esodo dei capitali, la fuga dei cervelli e la delocalizzazione delle imprese dovrebbero capire che nell'uomo vi è un'innata attitudine a scegliere il meglio e a lasciarsi alle spalle il peggio. Salvo un numero limitato di soggetti con una qualche preferenza per il masochismo, quanti possono pagare meno invece che di più se appena possono colgono questa opportunità.L'UOMO CRESCE SOLO IN UN AMBIENTE LIBERO E COMPETITIVO. LE TASSE E LA BUROCRAZIA UCCIDONO LO SPIRITO LIBERO E L'ECONOMIA. PIU' CERCHI DI MANTENERE IN VITA UN MOSTRO ...CON INIEZIONI DI DROGA ...E PIU' IL MOSTRO UCCIDE GLI ABITANTI E L'ECONOMIA DEL VILLAGGIO ITALIA
Forse non se ne rende conto, ma chi punta il dito più contro i conti bancari off-shore che contro la spesa pubblica spropositata, la quale genera tasse elevate adesso e pure altri prelievi negli anni a venire (nel momento in cui genera debito), di fatto sposa la logica che stava alla base di quei cecchini che dal muro di Berlino sparavano su chi voleva abbandonare un «paradiso» che era tale solo di nome. La Germania socialista riteneva di avere investito somme ingenti in ognuno dei propri sudditi (in studio, cure mediche e assistenza), per cui riteneva illegittimo che qualcuno portasse via tali «capitali» incorporati.
Il nostro è ormai un Paese da cui appare ragionevole andarsene. C'è chi avvia un'impresa in Thailandia o in Carinzia, chi si sposta in Portogallo per riuscire a sopravvivere anche con una pensione modesta, chi frequenta l'università in Svizzera o a Londra nella speranza di potere mettere lì le proprie radici e costruire così una carriera più ricca di opportunità. Il problema, allora, non sono in primo luogo i conti (privati) a Panama, ma quelli (pubblici) a Roma.
Da anni da noi il prelievo fiscale è altissimo: al livello delle socialdemocrazie nordiche, dove però la regolazione è meno asfissiante e quindi, nel complesso, il peso dello Stato è inferiore. In Italia, per giunta, si deve fare i conti con uno Stato imprenditore onnipresente (energia, banche, trasporti, poste ecc.) che condiziona in vario modo la nostra vita e moltiplica la corruzione.
Infine, come ha evidenziato l'altro ieri la Cgia di Mestre, nelle regioni del Nord l'evasione fiscale è bassissima, con il risultato che qui il prelievo dello Stato su famiglie e aziende è a livelli stratosferici.
In tale quadro chi vuole continui ad abbaiare alla luna e a fare moralismi, ma certo sarebbe assai meglio per tutti focalizzarsi sul ottenere liberta' individuale ...SALVANDO IL SALVABILE PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI. 
a partire dai conti bancari da spostare all'estero e a seguire ..te stesso e latua famiglia

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4 commenti:

Anonimo ha detto...

una pressione fiscale tra le più alte al mondo a fronte di servizi da Terzo mondo.....questo crea la molla per evadere...

Anonimo ha detto...

Beh, però sono in molti a fare il discorso inverso. Meglio restare in Italia, cercare gli agganci giusti, pagare qualche tangente agli amici degli amici e ottenere lucrosi appalti. Semplice, o no? Basta solo non esagerare e stare alle regole del gioco, così nessuno ti beccherà mai.

Anonimo ha detto...

dipende se lavori come fornitore della PA, o se operi in un altro settore.....non tutti sono costruttori, fornitori per le ASL, mense scolastiche, cooperative assistenziali....

Anonimo ha detto...

Tropp0 comodo eludere il problema di una tassazione scandalosa facendo i furbetti nei paradisi fiscali o peggio ancora dichiarandosi nullatenenti
Mettiamo insieme la nostra forza per provare almeno a cambiare il sistema
Quanto poi a srvizi da terzo mondo mi permetto di difendere il welfare italiano che almeno nel nord del paese garantisce strutture ospedaliere e scuole di livello europeo accessibile a tutti
Ilresto sono le solite manfrine di chi vuol essere liberista ad ogni costo ma se per caso all'ospedale gli chiedono il ticket al pronto soccorso per un codice verde si indegna a più non posso