STABLE COIN LA VIA PER ESSERE LIBERI DAL FALLIMENTO DEL SISTEMA EURO


VIVERE IN UN MONDO DI DEFLAZIONE DEL LAVORO - IL POTERE DELLE ELITES

da HESCATON 
articolo da collegare al successivo sulle riflessioni domenicali...
sono punti di vista che devono far riflettere....forse l'uomo non dovra' piu' lavorare per vivere..ma l'uomo per sua natura deve emergere ed eccellere..e se la massa giochera' virtualmente vivendo con il reddito di cittadinanza..L'ELITE' INTELLETTUALE, IMPRENDITORIALE, ..L'HOMO ECONOMICUS INSOMMA ..CONTINUERA' AD ESISTERE...SARA' IL 5% DELLA POPOLAZIONE? FORSE..MA IO TENDO A FAR PARTE DI QUESTA PICCOLA PERCENTUALE DI ELETTI...
DAL GRANDE FRATELLO SIAMO PASSATI A FACEBOOK E PRESTO ALLE REALTA' VIRTUALI...LE MASSE SONO SEMPRE MASSE...MA L'ELITE'...SARA' SEMPRE ELITE'...
Sono molto interessato agli articoli che trattano di deflazione tecnologica cioè di quel processo grazie al quale, attraverso nuove innovazioni, usufruiamo di più ricchezza con meno costi e meno lavoro. 
fine del lavoro LA DOMANDA CHE CI SI DEVE FARE E' SE SIANO ridicole le urla da checche isteriche contro l’automazione industriale, piuttosto bisognerebbe cominciare a pensare a politiche di ricollocamento della forza lavoro in eccesso mentre il periodo di crisi da un passaggio di paradigma industriale non abbia già creato i nuovi mestieri. 
CREDO CHE  TALE AFFERMAZIONE SIA FALSA...infatti non è corretto basarsi su cosa è avvenuto nelle precedenti rivoluzioni industriali e tecnologiche: è errato pensare che quando cambia un paradigma produttivo, molte persone vengano colpite e i loro mestieri eliminati e progressivamente nascano nuovi mestieri. Ma attenzione che la Storia fa rima, ma non si ripete. Mai. E il futuro è sempre diverso da come uno se lo possa aspettare guardando al passato.
Ma cosa differenzia la situazione attuale rispetto alle precedenti rivoluzioni? Lo scopo di questo articolo è quello di dimostrarlo. La differenza, ad esempio, con la Prima e la Seconda Rivoluzione Industriale è che quella, ha creato nuove tecnologie, che effettivamente hanno semplificato la vita e la produzione, ma al tempo stesso ha creato nuovi bisogni, bisogni significano iniezioni di scarsità, di non soddisfazione, e la scarsità, come sa chi ci legge, è la condizione su cui si basa l’attuale sistema capitalista, ma su cui si sono basate anche le economiche pianificate ormai quasi del tutto scomparse o ridimensionate. La grandissima differenza con questa, se vogliamo chiamarla, Quarta o Quinta Rivoluzione Industriale, è che ormai, quasi tutti i bisogni sono soddisfatti, certo potrebbero sorgerne dei nuovi come le realtà virtuali o viaggiare nello spazio o chissà cos’altro, ma i bisogni principali sono ormai soddisfati ed anche il lusso, che poteva essere una molla per creare ulteriore scarsità, sta perdendo progressivamente il suo appeal. 
Questo non vuol dire assolutamente che non ci sia più nulla da creare, ma che qualsiasi nuova innovazione non è che un rendere più efficienti quelle precedenti (ovviamente non tutte sono così, ma un buon 80%) e rendere più efficiente senza creare ulteriori bisogni crea deflazione diffusa. Quali invenzioni-innovazioni possiamo aspettarci dal futuro? Fusione nucleare, rinnovabili più performanti, treni che viaggiano a mille orari, auto che consumano poco e non inquinano, applicazioni per semplificare la vita, guida automatica, wifi gratuito e diffuso, robot che ci puliscono casa, nanotecnologie, tutte cose che creano si un nuovo prodotto da consumare, ma che ci fanno risparmiare. Quindi sempre più deflazione tecnologica reale. Mentre quella del passato era solo deflazione tecnologica apparente, perché creava nuove tecnologie ma anche nuovi bisogni, adesso si creano nuove tecnologie sempre più efficienti nel soddisfare bisogni già abbastanza soddisfatti.
 Un esempio: Whatsapp. E’ vero questa applicazione ha creato il bisogno di possederla, ma pagando meno di un euro all’anno si risparmiano potenzialmente decine di euro di sms. Oggi come oggi si creano quindi dei bisogni che però ci fanno abbondantemente risparmiare su altri. Quindi questa è deflazione tecnologica reale. Ed è un fenomeno bellissimo, ma che mette irrimediabilmente il capitalismo in una crisi cronica. Ed infatti lo vediamo da soli come la disoccupazione stia diventano endemica in parecchi stati. Ed anche se dovessero sorgere nuovi bisogni oggi inimmaginabili, con la robotizzazione, saranno probabilmente i robot a soddisfarli di conseguenza non si avrebbe comunque nessun miglioramento a livello occupazionale.
Quindi abbiamo da una parte una massa di disoccupati e sottoccupati, dall’altra l’abbondanza di risorse e servizi in eccesso. E le due parti non riescono ad incontrarsi. Questa è la problematica alla quale ci riferivamo nell’articolo, La necessità di superare il capitalismo, cioè l’incapacità strutturale del sistema capitalista di distribuire l’abbondanza, dato che appunto esso, si basa, per definizione, sul capitale, che è il contraltare della scarsità sistemica. Ma se c’è abbondanza il capitale muore ed è quello che vediamo sotto i nostri occhi, con il saggio d’interesse diventare negativo e con la proprietà diventare un costo e non una rendita. 
L’umanità è a mio avviso è passata e passerà in questa fasi:

1) FASE DI IPER-SCARSITA’ (4000 a.C – 1700 d.C)
TIPO DI PRODUTTORI: DI SUSSISTENZA
TIPI DI GOVERNO: DISPOTISMI, IMPERI, MONARCHIE (necessari per gestire folle affamate e situazione di emergenza continua)
REGIME POLITICO ED ECONOMICO DOMINANTE: ASSOLUTISMO

2) FASE DI SCARSITA’ (1700 d.C – 2000 d.C)
TIPO DI PRODUTTORI: DI HARDWARE
TIPI DI GOVERNO: DEMOCRAZIE CAPITALISTE, REGIMI SOCIALISTI ( necessari in entrambi i casi per gestire e distribuire la scarsita’)
REGIME POLITICO ED ECONOMICO DOMINANTE: CAPITALISMO

3) FASE DI MODERATA ABBONDANZA (2000 d.C – 2050? d.C)
TIPO DI PRODUTTORI: DI SOFTWARE
TIPI DI GOVERNO: ATTUALMENTE ANARCHIA DEMOCRAZIE CAPITALISTE IN CRISI, DITTATURE
REGIME POLITICO ED ECONOMICO DOMINANTE: ANCORA NON PERVENUTO

4) FASE DI ABBONDANZA (2050 d.C – ?)
TIPO DI PRODUTTORI: AUTOMATIZZATI
TIPI DI GOVERNO: ? – DEMOCRAZIA INTEGRATA : )
REGIME POLITICO ED ECONOMICO DOMINANTE: BASATO SULL’INEVITABILE SOCIALISMO TECNOLOGICO (anche se probabilmente non verrà usato il termine socialista che è inestricabilmente legato alla mancanza di libertà) Quindi l’avvento come principale classe di produttori, dei creatori di software sarà una caratteristica del nostro attuale periodo storico, che abbiamo definito in altri articoli TRANSIZIONE POST-CAPITALISTA. Cosa caratterizza questa transizione? La permanenza del regime capitalista senza avere più il consenso diffuso tra la massa e senza essere più in grado di uscire in maniera duratura dalla crisi. Questa transizione è quindi una fase di crisi costante, con un sistema che per la sua stessa struttura non è in grado di risolvere. Detto questo, l’avvento dei creatori o gestori di software non può ovviamente compensare il pesante calo dei produttori di hardware, che sono ed erano una massa di persone, mentre i creatori sono una minoranza. 
In questa fase di crisi quindi, abbiamo piccoli gruppi che si avvantaggiano e una massa di persone che vengono gettate senza via d’uscita nella disoccupazione e una deflazione tecnologica imperante ed ormai esponenziale eliminare sempre più categorie di lavoratori: in primis vedremo la scomparsa dei taxisti, degli autisti, poi di tutti quei lavori ripetitivi e facilmente programmabili in un automa, come le pulizie, la produzione industriale e poi, e noi forse lo vedremo, ci sarà l’avvento dell’intelligenza artificiale, che non vuol dire che i robot avranno un’anima o una coscienza ma che saranno in grado di ragionare, imparare e risolvere problemi. Con l’intelligenza artificiale spariranno gradualmente tutti i lavori, in quella che abbiamo sopradefinito FASE DI ABBONDANZA. Gli unici lavori che probabilmente continueranno ad esistere saranno quelli artistici, creativi e personali, forse i ricercatori, ma anche li la concorrenza diventerà enorme, (dato che esisterà una massa di persone che si dedicherà alle arti ed alla scienza) ed inoltre anche gli stessi robot potranno evolvere anche a livello artistico. Quindi è inevitabile, in futuro non lavoreremo e potremo dedicarci alle nostre passioni o ai nostri hobby. Anzi possiamo dire che il lavoro continuerà ad esistere come hobby L’unico problema è che dobbiamo passare dalla fase tre, dalla fase di transizione, dagli esiti imprevedibili. Anche questa fase per essere risolta avrà bisogno di soluzioni politiche per gestire la massa di disoccupati e l’impossibilità di distribuire l’abbondanza. Il reddito (o dividendo) di cittadinanza può essere un buon palliativo, ma bisognerà pensare anche ad altre soluzioni, ovviamente senza passare da eccessi statalisti, anzi puntando ad aumentare la libertà individuale come proposto nel mio libro Libertà Indefinita con il concetto di Democrazia Integrata. Quindi non aspettatevi nuovi mestieri (si qualcosa si, ma non abbastanza per frenare la disoccupazione), il lavoro umano va verso la sua meritata fine, i nostri figli forse, ma sicuramente i nostri nipoti, saranno liberi dal lavoro. Come detto sopra il problema è passare dalla fase di transizione e in questa fase ci sono parecchi rischi, dato che i conflitti armati, creando distruzione e quindi nuova scarsità, danno linfa nuova al sistema capitalista. In qualsiasi caso, ad eccezione di un conflitto nucleare o di apocalittici disastri ambientali, anche se più lenta di quanto potrebbe essere, la deflazione tecnologica porterà inevitabilmente alla fine del nostro sistema. Concludo dicendo che i nostri figli non lavoreranno per qualcosa di meglio, non lavoreranno proprio e saranno di fronte alla piena libertà. Spero che sappiano gestirla al meglio, se un meglio esiste ( sì sono un relativista estremo). 

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6 commenti:

Anonimo ha detto...

Purtroppo non credo ci sarà uno sviluppo cosi veloce nel tempo(i computer esistevano anche 70 anni fa e quelli di ora sono solo una loro evoluzione),usiamo ancora tecnologie di secoli fà(vedi elettricità e motori a combustione di vario genere 1700/1800 dc)e quelle che vengono spacciate per rivoluzioni sono soltanto giocattoli e illusioni.I robot cosi come vengono presentati oggi esistevano anche negli anni 70/80 del secolo scorso e venivano già applicati ai processi industriali anche se con minor diffusione(prezzo)e quelli attuali sono solo una piccola evoluzione.Stessa cosa per la chimica e la medicina(ed anche altro).Ci vorrà molto tempo ancora per avere macchine che potremmo chiamare intelligenti(secoli di sviluppo ed di nuove invenzioni)cui noi non avremmo modo di vedere.

Anonimo ha detto...

Ottimo Paolo.
Anche l'università cambierà radicalmente: le lezioni sono online e registrate. Molto materiale didattico è pure disponibile liberamente è tutto un copia incolla. L'università è in deflazione, docenti in deflazione.
Il problema è come redistribuire l'abbondanza. Il rischio è che una piccola élite controlli tutta la tecnologia e l'abbondanza.

Anonimo ha detto...

http://www.theguardian.com/books/2015/aug/15/post-capitalism-by-paul-mason-review-worthy-successor-to-marx

Queto e' un bel libro.
Presto l'elicottero spargi denaro

Anonimo ha detto...

In un mondo sempre più robotizzato la gestione della massa di disoccupati avverrà tramite la più grossa riduzione della popolazione mondiale che la storia abbia mai visto...anonimo delle 16:16 art.precedente

Unknown ha detto...

Bell'articolo e ottimo spunto di riflessione. Siamo in una fase tremenda dove l'evoluzione in alcuni casi è volutamente ferma (tutto quello che riguarda il petrolio è antico, abbiamo già le tecnologie e le capacità per non averne bisogno) ed in altri è velocissima (informatica, robotizzazione ). Non hai però tenuto conto di una possibilità : e se il futuro sarà delle macchine? A che punto è l'intelligenza artificiale?

Anonimo ha detto...

Il regime politico e economico attuale, che l'autore non ha definito, lo definirei "CONCENTRATIVO" dove pochi e sempre più pochi posseggono e decidono SEMPRE a scapito di tanti e sempre più tanti che perdono e subiscono.

O arriva una forma di reddito di cittadinanza in aggiunta al normale stipendio ( sempre se uno è occupato naturalmente) che sosterrebbe la domanda e quindi di riflesso la produzione di beni e servizi, o tanto per perdere se si pensa di sviluppare il sistema attuale mondiale con la monopolizzazione dei sevizi nel loro insieme da parte di un sistema privato, lobbistico, neo liberista, allora non si andrebbe avanti per molto, insomma o si ricrea un sistema di tipo "distributivo" o presto o tardi (anche in CINA per es.) le risorse intese come capitale, finiranno bloccando tutto il sistema.