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MONTEPASCHI...ANCORA MERDA NELLA CASA DI DRAGHI...(BANKINTALIA) IL PRESTITO SEGRETO...


SIENA. “Il Monte dei Paschi di Siena SpA era così a corto di soldi alla fine del 2011 da aver negoziato un prestito tenuto segreto di circa 2 miliardi di euro con la Banca d'Italia”, rivela oggi il Wall Street Journal. Mussari e Vigni, all’inizio di ottobre, avevano già esaurito il bonus da 2,4 miliardi di euro dell’aumento di capitale  sottoscritto appena tre mesi prima, quando avevano raccontato che chiedevano al mercato i quattrini per restituire i Tremonti bond. Né l’istituto bancario centrale, né il board di Rocca Salimbeni avevano diffuso la notizia del prestito, certamente per la ..........
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preoccupazione che la divulgazione avrebbe generato il panico dei mercati finanziari, ben oltre i risultati negativi del momento in borsa. L’operazione è perfettamente legale e legittima; le banche non hanno un obbligo giuridico di rivelarlo e MPS ha rimborsato il prestito nei termini concordati con la Banca d’Italia. Però la mancata comunicazione ai mercati ha aiutato la dirigenza della banca senese a mascherare il reale stato di salute dell’istituto, che era così grave che l’organo di vigilanza è riuscito a entrare in azione solo dopo aver ottenuto, con una lunga e complessa operazione, la sostituzione dei vertici (dal presidente al direttore generale fino a quasi tutto il cda. Restano Turiddo Campaini (vicepresidente dimissionario), Lorenzo Gorgoni e Frederic De Courtois o l’ex sindaco revisore Marco Turchi, che sulle vicende non aprono bocca. Anzi i primi tre non si sono nemmeno presentati all’Assemblea Straordinaria del 25 gennaio, come si legge nel verbale, forse per non dover sottostare alle critiche degli altri soci o essere costretti a fornire spiegazioni.
Il Wall Street Journal ricorda che in una conference call con gli analisti e gli investitori, poco dopo la concessione del prestito, i dirigenti avevano descritta la posizione di liquidità della banca come buona, dicendo che la banca aveva coperto il suo fabbisogno di finanziamento anche nel 2012. Il WSJ ha chiesto anche un commento al Monte dei Paschi, ma da Siena non ne sono arrivati. L’insolito prestito, prosegue il giornale, “evidenzia anche la pressione dei funzionari della Banca d'Italia mentre stavano cercando di contenere i danni che una banca potrebbe provocare sul sistema finanziario globale del paese e la sua posizione sui mercati internazionali. Nell'autunno del 2011, il debito sovrano d'Italia era sotto forte pressione degli investitori, un panico di mercato che alla fine ha causato la caduta del precedente governo Berlusconi nel mese di novembre dello stesso anno. Durante quei mesi - ha detto un funzionario della Banca d’Italia - il mercato interbancario di prestito-titoli-contro-garanzie era stato congelato, ed era il modo più veloce per risolvere la loro situazione di bassa liquidità. Il funzionario ha aggiunto che con la concessione del prestito, la banca centrale ha avuto più influenza nel costringere MPS a mettere ordine in casa propria. "Questa operazione over-the-counter aveva lo scopo proprio di non creare più tensioni sul mercato, e la comunicazione lo avrebbe fatto."
Il 21 dicembre 2011, il tampone Ltro della Bce aveva messo nelle tasche del Monte 10 miliardi di euro al tasso dell’1%, contribuendo a rafforzare la liquidità dell’istituto senese, e probabilmente da lì è venuta la possibilità di rimborsare il precedente prestito della Banca d’Italia. Come avevamo già riportato, l’immissione massiccia di liquidità nel sistema bancario europeo fatta allora da Mario Draghi sta rivelando oggi quanto il problema non fosse esclusivo di MPS. Almeno in Italia stanno emergendo le operazioni sui derivati – sempre negate in passato da tutt i- e ci potrebbero essere a breve novità in altri istituti di credito. 
Intanto arriva il giudizio del Fondo Monetario Internazionale. Tra il 21 e il 31 gennaio era arrivata una ispezione (non straordinaria, ma prevista), che doveva  verificare lo stato di salute finanziaria del sistema paese nel suo complesso. Gli ispettori del Financial Sector Assessment Program dell’Fmi dovevano verificare la capacità di vigilanza delle diverse autorità. E hanno concluso essere l’azione della Banca d’Italia “tempestiva e adeguata per affrontare il problema del MPS”. Il portavoce dell’istituzione mondiale ha aggiunto che “la vigilanza è stata serrata”. Ciò dovrebbe riportare il sereno anche in politica, dopo gli attacchi, che vengono giudicati esagerati per meri motivi elettorali, dei giorni scorsi sulla capacità degli organi di vigilare. Chiudere qui la polemica, ricordando che almeno l’Fmi è organo veramente terzo, farà bene soprattutto al Monte dei Paschi.
Ci sarà da verificare un’altra polemica che non si risolve con queste ispezioni-post. La capacità di prevenire. I fondamentali di Monte dei Paschi non permettevano l’acquisto di una banca che è stata pagata formalmente (cioè come dichiarato da Mussari) 9 miliardi di euro, mentre Rocca Salimbeni arrivava in borsa a valere appena 12. Sottoposta solo a giudizi politici, l’operazione Antonveneta è passata indenne da tutti i controlli – sette mesi di controlli, da novembre 2007 a maggio 2008 – nonostante che i derivati, come ha voluto ricordare Antonio Vigni ieri, fossero già presenti e incidenti nei conti dell’istituto. 

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