STABLE COIN LA VIA PER ESSERE LIBERI DAL FALLIMENTO DEL SISTEMA EURO


GERMANIA: SEMPLICE GELATA INVERNALE...E' IN ARRIVO LA PRIMAVERA! PER L'ITALIA E' ANCORA INVERNO PER ALTRI DUE ANNI ALMENO....E I RISPARMI VERRANNO SACCHEGGIATI




Germania: è solo una semplice gelata invernale. Il dato sulla crescita 2012 conferma che la Germania non è rimasta immune dalla crisi del debito dell’area euro. Nella seconda metà dello scorso anno il PIL ha frenato bruscamente ed è assai probabile che sia calato di 0,5% t/t nel 4° trimestre. Ma la debolezza dell’economia tedesca è solo un fenomeno congiunturale, i fondamentali del Paese rimangono solidi: non vi è un problema di elevato indebitamento né del settore privato né del settore pubblico, le imprese hanno un vantaggio competitivo rispetto al resto della zona euro che consentirà un recupero rapido. Inoltre le condizioni finanziarie rimarranno estremamente espansive fino al 2014. La
solidità dei conti pubblici consentirà di stimolare la crescita in vista anche delle elezioni d’autunno. Il PIL dovrebbe tornare a crescere già nei primi mesi di quest’anno. Nel 2014, la crescita potrebbe aggirarsi all’1,8%, al di sopra del potenziale stimato dalla Bundesbank (1,3%) e dall’OCSE (1,6%).
I dati annuali mostrano che il PIL tedesco è cresciuto di solo 0,7% dal 3,0% del 2011 e confermano che a fine 2012 la Germania ha risentito della crisi del debito e della depressione che affligge i Paesi della periferia.
Ma la periferia d'Europa è letteralmente crollata....aumentando il differenziale di competitivita' a favore dei tedeschi. Il dato annuale è in linea con le nostre attese ed è coerente con una contrazione del PIL di -0,4%/-0,5% t/t a fine 2012. Nella seconda parte del 2012, la domanda globale è cresciuta meno del previsto riuscendo a controbilanciare solo in parte il calo di export verso la zona euro. Il clima di incertezza ha frenato gli investimenti aziendali (-4,4% dopo +7,0%) e in parte i consumi delle famiglie (+0,8% dopo +1,7%), nonostante la solida crescita del reddito disponibile. Nel 2013 ci aspettiamo una crescita di appena 0,4%, in linea con le stime più recenti del Governo. La media annua risente tuttavia di un’uscita piuttosto debole dal 2012. Il calo assai pronunciato di produzione industriale tra agosto e ottobre e la semistagnazione di novembre (+0,2% m/m) hanno segnato le sorti della produzione industriale e del PIL a ridosso del nuovo anno. Per arrivare a una media annua di +0,4%, il PIL dovrà tornare a crescere a un ritmo sostenuto già dalla primavera e accelerare a +1,3% a/a nel 4° trimestre 2013 dal +0,6% a/a del 4° trimestre 2012. Le indagini, IFO e ZEW, hanno recuperato quota a dicembre, il PMI invece è calato di quasi un punto riportandosi sui livelli di novembre. Se i segnali di maggiore ottimismo dovessero essere confermati a gennaio, non è escluso che si possa vedere un ritorno a tassi di crescita marginalmente positivi già a inizio 2013.

Affinché la ripresa prenda piede è fondamentale che la domanda dai Paesi emergenti continui ad accelerare, in linea con le indicazioni recenti. Il rallentamento di produzione a fine anno è, difatti, coinciso con una frenata delle esportazioni a prezzi costanti stando alle indicazioni dei dati di commercio estero e alla stima annua dell’ufficio di statistica. Nonostante ci aspettiamo una ripresa dell’export già da inizio anno, la debole uscita dal 2012 lascerà la dinamica 2013 al +2,5% dal 4,1% stimato per quest’anno. Le importazioni sono attese crescere più dell’export (+3,1%) sull’orizzonte di previsione. Il contributo del commercio estero frenerà a -0,1% dal +1,1% del 2012. Le esportazioni sono viste accelerare ulteriormente nel corso del 2014 fino al 5,5%, data anche la  stima (TUTTA DA VERIFICARE)  di ritorno alla crescita del resto della zona euro e di ulteriore accelerazione del ciclo mondiale. Le importazioni dovrebbero crescere più dell’import anche nel 2014, dal momento che l’import content della produzione tedesca è visto in aumento in particolare nel comparto dei macchinari e beni capitali, per effetto della maggiore delocalizzazione  (ANCHE I TEDESCHI SPOSTANO LE AZIENDE FUORI...FIGURIAMOCI GLI IOTALIANI) . Ci aspettiamo, quindi, che le esportazioni nette offrano, progressivamente, un contributo meno significativo alla crescita del PIL rispetto agli anni 2000. Assisteremo quindi a  una parziale chiusura dell’avanzo commerciale dal 6,5% del 2012.
La domanda interna è invece attesa contribuire di più alla crescita del PIL già nel 2013 e la tendenza proseguirà negli anni successivi (FONDAMENTALE LA CRESCITA ATTESA DELLA DOMANDA INTERNA DEI TEDESCHI...PENSATE INVECE ALLE ATTESE DELL'ITALIANO E DEI SUOI CONSUMI...BERLINO SARA' SEMPRE PIU' CAPITALE DELLA NUOVA DITTATURA)
 
Il prossimo anno ci aspettiamo un apporto di +0,6%. Gli investimenti in costruzioni, la novità positiva di questo ciclo recente, dovrebbero crescere a un ritmo sostenuto, +3,6% nel 2013,  I permessi edilizi risultavano ancora in crescita a novembre sia per gli edifici industriali che per le nuove abitazioni. Gli investimenti in abitazioni beneficeranno ancora di condizioni finanziarie (IL BOOM IMMOBILIARE TEDESCO HA COME EPICENTRO BERLINO, CAPITALE) estremamente favorevoli nel 2013, degli incentivi fiscali sulle ristrutturazioni e del permanere dell’incertezza su altre forme di investimento.

MERCATO LIBERO STA LANCIANDO UN NUOVO PROGETTO IMMOBILIARE DI GRUPPO A BERLINO ENTRO DUE SETTIMANE

Gli investimenti in macchinari, dopo aver deluso nel corso dello scorso anno, continueranno a calare anche nel 2013. Il calo di spesa delle imprese è spiegato dal clima di incertezza che ha caratterizzato buona parte del 2012. Negli ultimi mesi si è inoltre assistito a un calo di utilizzo della capacità produttiva. Tuttavia, se il clima di fiducia più disteso dovesse essere confermato già a inizio 2013, ci aspettiamo che gli investimenti delle imprese riprendano a crescere in linea con i piani di medio termine, date le condizioni finanziarie estremamente espansive.

I consumi delle famiglie sono attesi accelerare in media annua nel 2013 (CONSUMI AL RIALZO INDICA RICCHEZZA ED EMIGRAZIONE DA PARTE DEI PAESI POVERI  VEDI ITALIANI). Il reddito disponibile è atteso avanzare del 2,4%, circa lo stesso ritmo che nel 2012, sostenuto da una crescita dei salari in linea con quella osservata lo scorso anno (2,7%) e da misure di politica fiscale espansive (si veda sotto) che dovrebbero controbilanciare un possibile deterioramento della dinamica occupazionale. Nel corso del 2013, non è escluso che si possa vedere un wage drift marginalmente negativo dal momento che è possibile che i bonus saranno meno consistenti e per effetto di un’ulteriore riduzione delle ore lavorate. Nel 2014, con la ripresa dell’attività produttiva e un’accelerazione dei profitti si vedrà una dinamica dei salari più sostenuta.
L’occupazione potrebbe calare nel 2013 o comunque non crescere al ritmo sorprendente del 2012, quando il numero degli occupati ha raggiunto un massimo assoluto di 41,2 milioni. Già nei mesi estivi si è cominciato a vedere un rallentamento dell'occupazione rispetto ai primi sei mesi dell'anno quando sono stati aggiunti 135 mila posti di lavoro. A settembre e ottobre il numero di occupati è calato di 30 mila unità per poi rimanere stabile a novembre. Le indicazioni dalle indagini congiunturali sono solo per un ulteriore (contenuto) rallentamento delle intenzioni ad assumere. Nel 2013, ci aspettiamo che il ciclo pesi maggiormente sulla dinamica occupazionale rispetto alla crisi del 2008-09, quando fattori straordinari – quali gli effetti delle
riforme sul mercato del lavoro, la domanda di occupazione nella sanità e nella scuola – hanno fatto da cuscinetto. Tuttavia, come nel 2008-09 ci aspettiamo che l'aggiustamento passi più per una riduzione delle ore lavorate, tramite gli accordi negoziati a livello di singole imprese, che attraverso una massiccia espulsione di forza lavoro.

Nel 2013, prevediamo, quindi, un calo degli occupati di 0,2-0,3%, il punto di svolta per la dinamica occupazionale dovrebbe vedersi nei mesi estivi dato l'usuale ritardo rispetto al ciclo. La disoccupazione potrebbe toccare il 7,5% a fine estate 2013 dal 6,9% di novembre scorso per poi tornare a ridiscendere al 6,9% nel 2014. La partecipazione è attesa salire nel corso del prossimo anno, dal momento che la Bundesbank stima che flussi migratori di circa 350 mila persone andrebbero ad alimentare la forza lavoro.(QUANTI ITALIANI?)
Ulteriore supporto alla dinamica del reddito disponibile dovrebbe venire da un calo dell’inflazione all’1,6%, dal 2,1% stimato per il 2012, al rientrare delle pressioni dai prezzi delle materie prime.
Le politiche economiche rimarranno espansive sull’orizzonte di previsione. I tassi reali a medio lungo termine rimarranno negativi fino al 2014. Inoltre, la politica fiscale potrà sostenere la crescita e, in particolare, la domanda interna data la solida posizione di bilancio (IN ITALIA INVECE MONTI E BERSANI...MA VE LI VEDETE MENTRE TASSANO IL CAPITALE A PIU' NON POSSO?). Nel 2012, il fabbisogno del settore pubblico ha chiuso in surplus di +0,1% dal -0,8% del 2011, nonostante
la frenata della crescita. Un impatto non trascurabile viene dal calo dei rendimenti governativi su  tutte le scadenze, associato al forte afflusso di capitali alla ricerca di una copertura in caso di eventi estremi nell'area euro. Sul fronte delle entrate, la dinamica delle imposte sui profitti ha superato le attese. Nel 2013, è probabile che il saldo di bilancio torni in rosso a -0,6%, in parte per effetto del ciclo, che eroderà il surplus della sicurezza sociale, e per effetto di misure a sostegno del reddito, solo in parte controbilanciate da misure sul fronte della spesa. Dal lato delle entrate sono previsti: riduzione dei contributi previdenziali al 18,8% dal 19,6%; l'allargamento della base imponibile su cui si applicano deduzioni delle aliquote IRPEF; l'eliminazione del ticket sulle visite specialistiche;l'introduzione di incentivi fiscali sulle ristrutturazioni. Risparmi di spesa si avranno dall'ulteriore calo della spesa per interessi e della spesa in conto capitale, dal momento che non sono previsti trasferimenti a sostegno delle istituzioni finanziarie. La scadenza dei programmi di stimolo varati nel 2009 contribuirà a limitare la dinamica della spesa primaria. Il saldo strutturale è atteso rimanere circa invariato nel 2013 in surplus di +0,4%. La legislazione nazionale impone il pareggio del saldo strutturale nel 2014 e un surplus dal 2016, ciò conferma che la politica fiscale ha margine per sostenere il ciclo. Il debito, che è sceso all’80,5% nel 2011, è risalito all’81,7% del PIL quest’anno per effetto del pagamento dei contributi all’ESM (29 miliardi di garanzie da stanziare per l’EFSF e 27 miliardi per l’ESM), nonché per la liquidazione della Banca Regionale WestLB. Nel 2013, il rapporto debito/PIL potrebbe tornare a scendere allo scadere delle passività legate al sostegno delle “bad banks”.
Nonostante la debolezza di fine 2012/inizio 2013, la  valutazione dell’economia tedesca rimane positiva, i fondamentali sono solidi:
1) Il Paese non è gravato da un elevato indebitamento né del settore pubblico né del settore privato;
2) La politica fiscale è attesa in moderata espansione, in vista anche delle elezioni d’autunno;
3) Le condizioni finanziarie rimarranno estremamente espansive almeno fino a metà 2014;
4)Le imprese sono riuscite a mantenere una discreta posizione competitiva sui mercati
internazionali, grazie alla moderazione del costo del lavoro;
5) Le imprese tedesche sono più presenti sui mercati dinamici BRIC, in parte data la
specializzazione delle imprese tedesche in produzione di beni capitali, in questa fase, assai
richiesti dai paesi emergenti;
6) La struttura del settore corporate contribuisce alla maggiore competitività dell’industria tedesca. Il rapporto EFIGE1 (European Firms in a Global Economy) dello scorso luglio 2012 conferma che la competitività esterna di un Paese dipende dalla produttività delle imprese, che è determinata tra gli altri fattori dalla dimensione aziendale, dall’organizzazione, dalla qualità del management e dalla presenza sui mercati globali. Le imprese di grandi dimensioni tendono a esportare di più e con maggior successo e la presenza sui mercati globali è associata a una più elevata produttività totale dei fattori (TFP). Tra i Paesi core della zona euro, la Germania ha il più alto numero di imprese di grandi dimensioni. Fattori che limitano la crescita dimensionale sono la tassazione e la regolamentazione del mercato del lavoro, nonché lo scarso accesso ai
mercati;
7) Gli indicatori della Banca Mondiale 2012 sulle condizioni di business suggeriscono che la Germania ha un vantaggio competitivo non trascurabile rispetto agli altri Paesi core dell’area euro
8)Un recente paper dell’NBER2 dimostra che le imprese manifatturiere tedesche vantano le migliori management practices dopo quelle statunitensi e insieme a quelle giapponesi. Imprese meglio gestite tendono a essere più produttive. Il paper mostra inoltre che una regolamentazione del mercato del lavoro ”leggera” tende a essere associata con criteri gestionali che incentivano la performance e generalmente hanno un impatto positivo sulla produttività. Nell’ultimo ciclo le aziende tedesche hanno negoziato accordi per ridurre il
numero di ore lavorate e ritenere il personale qualificato. Nella fase di ripresa, le imprese tedesche potranno aggiustare il fattore lavoro senza incorrere in costi aggiuntivi;
9)La Germania ha spazio per aumentare la competitività nel comparto dei servizi professionali dal momento che il settore è uno dei più regolamentati all’interno della zona euro. Dati i fondamentali solidi e la competitività delle imprese tedesche ci aspettiamo che dal 2014 il Paese torni a crescere all’1,7-1,8%, al di sopra del potenziale stimato dalla Bundesbank all’1,3% e dall’OCSE all’1,6%. La domanda interna dovrebbe offrire, progressivamente, maggiore supporto alla crescita rispetto alle esportazioni nette, contribuendo al processo di ribilanciamento degli squilibri all’interno dell’area euro. I rischi per lo scenario sono verso il basso e derivano da sviluppi avversi nell’area euro e da un recupero più fiacco della domanda globale di quanto sia oggi ipotizzabile

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3 commenti:

Anonimo ha detto...

per forza non siamo competitivi i tedeschi hanno corrotto i ns politici per decidere leggi capestro
e in più abbiamo i sindacalisti che continuano a comandare
vedi le esternazioni della camusso che vuole la patrimoniale parla una persona che non sa neanche cosa vuol dire lavorare non ha mai lavorato un sol giorno:
abbasso le banche italiane
abbasso i sindacati
abbasso tutti quelli che continuano a rubare

Anonimo ha detto...

Come si può fare per avere maggiori informazioni sull'acquisto di gruppo? SI RISPARMIA? Solo Berlino o anche Lipsia?

ML ha detto...

solo berlino. invia una mail a mercatiliberi@gmail.com con nominativo e contatto telefonico